Accorinti il diplomatico

Prima la Santachè e poi Sallusti, compagni nella vita ed entrambi esperti di una sorta di killeraggio mediatico che esplicano nei vari programmi televisivi e nel mezzo delle due interviste Renato Accorinti, il Sindaco di Messina, ha avuto anche il tempo e la voglia di rispondere ad alcune nostre domande. Diciamolo francamente, il suo è un mantra che vede al centro sempre e solo Messina. Non si risparmia e pochi Sindaci nel passato della città o in Italia hanno mai avuto il potere e la libertà di parlare a favore della propria città come fa lui. Senza compromessi, senza tentennamenti, senza legami a gruppi politici o di potere che potessero suggerirgli o imporgli prudenza nell’esprimere le sue idee o i suoi concetti, nel chiedere per la sua città “diritti e non elemosine”.

Questo è un periodo di sofferenza per la città, l’emergenza idrica ha fatto emergere la rabbia dei messinesi, eppure se sanno bene che non è colpa di Renato Accorinti se le vecchie infrastrutture che portano l’acqua a Messina si sono rotte o le montagne franano, si lasciano guidare dagli imbonitori di turno. Hanno bisogno di sfogare la frustrazione di due settimane di disagi, l’ira dovuta ai condizionamenti che la mancanza d’acqua porta all’interno delle famiglie, al cambio d’abitudine che costringe i messinesi ad uscire non per andare a fare benzina ma per andare a cercare l’autobotte di turno che possa fornire quel minimo di sussistenza idrica. Un tira e molla di tensioni sociali per cui l’espressione “piove governo ladro”, declinabile in tutte le epoche e a tutte le latitudini, oggi investe in pieno anche l’amministrazione di Renato Accorinti.  

Ora che il Governo ha dichiarato lo stato d’emergenza per la città e quello Regionale la stato di calamità naturale, Messina si rende finalmente conto che non era nelle umane possibilità del Sindaco o del Prefetto, con i pochi mezzi a disposizione, risolvere il problema idrico. E non parlo di un buco nella conduttura dell’acqua o di una collina che frana, parlo d’infrastrutture vecchie di decenni e mai sottoposte a manutenzione, parlo di una nave napoletana che nel pieno di una notte piovosa tentava vanamente di portare l’acqua ad una città assetata e di un comandante che guardava smarrito un porto deserto chiedendo a più riprese chi fosse il responsabile portuale con cui interfacciarsi. Altra gente, altra mentalità.

Il montare della protesta a livello locale, Regionale e Nazionale, l’emergenza idrica e la richiesta di sfiducia sono un tentativo di togliere di mezzo un Sindaco scomodo?

 “Io ormai non mi meraviglio di niente e di nessuno. Ho rispetto per tutti quelli che la possono pensare diversamente da me e anche per quelli che vogliono sfiduciarmi. Se ritengono opportuno sfiduciarmi che lo facciano pure.

“Io cerco di pensare dalla mattina alla notte alla nostra città e ai problemi che ci sono. Sono passati 2 anni e quattro mesi di continuo impegno, attorniato da persone competenti che hanno fatto per ogni settore un gran lavoro, documentato e documentabile davanti a tutta la città. Ritornando all’emergenza idrica, quello che è successo è un fatto calamitoso imputabile al dissesto idrogeologico.  Come ho denunciato sin dal primo momento in tutti i luoghi e a tutte le latitudini. Anche quando abbiamo riparato la prima volta la conduttura a 70 Km di distanza in un’altra provincia (Catania) e in un’altra città (Catalabiano) ho denunciato il dissesto. Lo stesso dei 37 morti di Giampilieri, delle interruzioni dell’autostrada Messina-Catania, delle continue frane che interessano la statale 114 (Alì Terme) ed oggi quella frana che ha distrutto l’acquedotto ed il diritto all’acqua.”

Prima aveva il favore di molti deputati Nazionali e Regionali, oggi sembra che tutti la stiano abbandonando. Il recente scontro con la Santaché senza una voce in sua difesa vuole significare qualcosa?

Io sono nuovo dentro le Istituzioni e ricopro un ruolo delicato, però conosco da tempo la politica e spesso mi sono incontrato e scontrato con chi fa la politica di professione. E non mi meraviglio se alcune figure sfruttano qualsiasi situazione…e in questo caso devo dire che è pesante quello che è successo. Davanti alla sofferenza dell’acqua che manca ad un’intera popolazione tu (Santanchè) ci marci sopra? Dire vergognoso è poco ma non voglio andare oltre.

 

Spesso quando viene ripreso in televisione si nota sulla scrivania il libro del P.M Nino Di Matteo Collusi è un messaggio?

 

Questo libro si trova sul mio tavolo sin da quando abbiamo dato la cittadinanza a Di Matteo e quando vengono le televisioni o chiunque entri in questa stanza lo vedrà sempre sul mio tavolo, perché è un messaggio molto preciso e collusi è una parola molto chiara. Tutti sanno che non abbiamo padroni e padrini ed è per questo che ci attaccano in molti. Toccare certe problematiche, andare in una certa direzione crea nemici, ce l’hanno con noi i palazzinari, ce l’hanno con noi quelli che vogliono le discariche, ce l’hanno con noi…è chiaro. Ma noi non deluderemo mai non solo chi ci ha votato ma l’intera città.

 

Vi sono due fronti opposti, da una parte chi cavalca la tigre e fomenta la rivolta e dall’altra parte Lei ha dimostrato di avere l’appoggio di grosse figure Istituzionali. Magistrati, Intellettuali. Se oggi dovesse ricandidarsi quale messaggio vorrebbe dare?

 

Tanta gente ci vuole bene, ma questo è non soltanto un prodotto dell’affetto che hanno ma anche un riconoscimento alla politica che abbiamo attuato. Di Matteo, Giovanni Impastato, i fratelli di Graziella Campagna, Don Ciotti, Zanotelli, Dario Fo, Erri de Luca, l’elenco è lunghissimo. Questo ci fa piacere ma non per noi stessi ma per la città. E’ il Sindaco della città che viene valorizzato non Renato Accorinti e dunque è la città che sta andando in una direzione che piace molto alla gente che ho elencato e l’elenco è molto più lungo.  Se tutti questi che non sono collusi e non accettano il compromesso sono con noi vuol dire che la città ha fatto un salto di qualità enorme.

 

Al di là dell’emergenza idrica, quali sono le altre emergenze di Messina?

 

 Se per emergenze intendiamo problemi allora sono tanti. Messina è la città strutturalmente più fragile d’Italia, perché se è vero che il dissesto idrogeologico esiste in tutta Italia non tutti hanno contemporaneamente l’erosione delle coste oppure 72 torrenti cittadini da manutendere. Se si mette tutto questo insieme e si aggiunge che siamo al primo posto anche per il rischio sismico possiamo concludere che siamo al top della pericolosità.

 

Nel primo incontro in Prefettura per l’emergenza idrica lei era con il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta che ha rilasciato delle dichiarazioni poco felici.

 

Quello che ha detto il Presidente Crocetta, che non è un problema idrogeologico, io non lo posso condividere, anche se in quella occasione ed è registrato ha parlato in tutt’altro modo e quasi con le mie stesse parole. Io ho sempre detto che era un problema idrogeologico ed è dovuta franare la montagna tre volte perché mi si desse ragione. Io sono andato all’Anci proprio per parlare di questo e vorrei essere chiaro una volta per tutte. Il congresso era di tre giorni ed io sono andato solo l’ultimo giorno dopo essermi accertato che la prima riparazione aveva avuto successo, l’acqua già passava per la condotta e invece di rimanere a Messina per vedere riempire una cisterna ho ritenuto opportuno andare, sia pure per le ultime tre ore del congresso, per denunciare il dissesto e la speculazione sull’acqua pubblica. Arrivo e mi trovo davanti 1500 Sindaci già seduti, siamo alla chiusura della tre giorni, deve parlare il n° 2 dell’Anci Bianco, il n° 1 Fassino, il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e il Presidente della Repubblica Mattarella. La possibilità di parlare lì da uno a dieci era meno un miliardo, ma per la mia città ho fatto di tutto, non ho voluto sentire ragione e sono riuscito a parlare. Vi è un video che lo testimonia e lo stesso Bianco (il sindaco di Catania ) è venuto a stringermi la mano mentre 1500 sindaci applaudivano il mio discorso in segno di solidarietà per la mia città. Ho parlato del dissesto e dell’acqua pubblica perché guadagnare sull’acqua è come mettere un pizzo alla vita. L’acqua è pubblica per natura non solo per il referendum e se è rimasta un pezzo di democrazia in questa Nazione non vi devono essere più persone che guadagnano sull’acqua. E’ immorale.

 

Perché non vi parlate con il Prefetto, perché non dialogate, cosa si è rotto?

 

Il Prefetto ha mandato tante lettere e tante altre cose…io posso dire una sola cosa. Al Prefetto personalmente ho detto: quando c’è un problema chiamami che abito a tre minuti. Le cose dette dentro il palazzo tra di noi sono molto meglio di quelle che si rendono pubbliche tramite lettere sui giornali.  Perché quando i cittadini vedono che c’è diversità d’opinione o addirittura uno scontro non è una buona cosa. La mia posizione è sempre stata ed è quella di parlare tra di noi. I problemi si risolvono meglio e più facilmente.

 

@PG @DS