Beba di Montalbano in scena contro l’amianto

E’una storia fatta di corrispondenze e riflessi. La protagonista è Carmelinda Gentile, conosciuta al grande pubblico per aver interpretato Beba nel commissario Montalbano.

Nel suo cammino artistico , ora, alcuni eventi del passato le hanno suggerito la trama di una storia da raccontare. Sullo sfondo una fabbrica, l’Eternit di Siracusa, luogo che  ha mietuto insieme lavoro e terrore. Sulla scena invece proprio la madre di Carmelinda che ha lavorato nella fabbrica della morte per un anno. Un lavoro di cui andava fiera, che le permetteva di mantenere i figli, ma soprattutto di respirare quell’aria di libertà che tutte le donne sognano. C’era un immagine in particolare che la rendeva felice: quella della stazione. Dalla terrazza della fabbrica, infatti, poteva osservare il treno, salutando arrivi e partenze.

Ogni giorno però limava con la carta vetrata le imperfezioni dei materiali rivestiti di eternit respirando quella polvere nociva. Quel lavoro fatto sempre degli stessi gesti e degli stessi rituali ha avuto fine quando sua madre,che lavorava in ospedale le ha ceduto il suo posto. Da quel momento in poi però i suoi occhi hanno registrato un tragico destino. I suoi colleghi negli anni hanno popolato i letti dell’ospedale, morendo tutti della stessa malattia. L’attrice siracusana ha custodito la storia della madre nel bagaglio della vita vissuta ,fino a quando un giorno, proprio sua madre le ha fatto conoscere l’Osservatorio Nazionale amianto:“Io ho un progetto con l’Ona: portare in teatro le problematiche relative all’amianto– ci racconta-e stiamo aspettando i fondi per concretizzarlo. Mia madre ha lavorato all’Eternit di Siracusa per circa dodici mesi . Questa è stata una fortuna perché se no non ci sarebbe più. Nonostante abbia lavorato pochi mesi ha un versamento pleurico e delle calcificazioni ai polmoni che si sarebbero potuto trasformare in qualcosa di più grave. Mia madre ora ha ottantadue anni però tutti i colleghi che lei ha conosciuto in quei mesi li ha visti morire in ospedale di mesotelioma pleurico. Il progetto è nato per caso ed è molto ambizioso. Mia madre mi ha fatto conoscere Calogero Vicario e da lì mi si è aperto un mondo. Mi sono documentata molto sulla questione e e ho scoperto che in realtà l’amianto è una di quelle cose di cui si parla tanto ma le cui problematiche sono sconosciute. Non si sa come muore la gente. Scompare non solo chi ha lavorato a diretto contatto ma anche chi ne è venuto a contatto lavando i vestiti del marito che lavorava in fabbrica. Lo spettacolo si chiamerebbe Spine perché la polvere di amianto non è altro che una spina che si conficca nei tessuti, che ha un periodo di latenza anche di quarant’anni”. Cinque attori popoleranno la scena e la storia sarà un modo per sensibilizzare tutti i cittadini, partendo soprattutto dalle scuole. Infatti, ancora oggi pochi conoscono le proprietà dannose dell’amianto.“Io ho un bambino di due anni- ha aggiunto Carmelinda-e sono preoccupata per la sua salute. Abbiamo lamiere di eternit dietro casa nostra. Il segretario nazionale dell’Ona mi ha spiegato che la polvere si espande nell’aria e quindi sono costretta a cambiare casa. C’è gente che va a fare il bagno dove l’amianto è onnipresente ignorando le conseguenze dannose.

Poi un’altra cosa sbagliata è credere che prima del 1992 non si conoscessero gli effetti nocivi. Gli antichi greci utilizzavano delle tuniche di amianto per rivestire i corpi dei defunti”. A Siracusa però per chi usa l’Eternit la situazione non ha destato clamori. Il comune non si è costituito parte civile in nessun processo e una cappa silenziosa è scesa su tutta la vicenda. “L’idea di fare questo spettacolo- ha concluso- Carmelinda Gentile- trascende la singola vicenda personale ma è un impegno come essere umano. Mi piace l’idea di mettere in scena qualcosa che possa arricchire le nostre conoscenze. Purtroppo queste sono problematiche che rimangono racchiuse dentro la cerchia degli specialisti e tra chi purtroppo è stato colpito direttamente e deve fronteggiare la malattia.

E’ un progetto bello seppur nel ventre delle idee”. L’idea è stata già sposata anche dagli attori Francesco Di Lorenzo e Lorenzo Falletti e appena in scena regalerà una storia tratta dalla vita vissuta in cui l’amianto sarà sarà un personaggio vestito di bianco che cammina, agisce e uccide silenziosamente.