Il pasticcio in Rai comincia in una afosa giornata di fine luglio. Quaranta telefonate partono dalle sedi regionali per chiamare a lavorare giovani giornalisti professionisti di tutta Italia, tutti con contratto a tempo determinato, tutti per nove mesi. L’elenco dei nomi viene fornito dalla Scuola di giornalismo radiotelevisivo di Perugia e la televisione di Stato lo segue pedissequamente per trovare le nuove energie per telegiornali regionali fiaccati da pensionamenti e trasferimenti.
Funziona così da anni ma questa volta – forse per la crisi del mondo dell’informazione che dirada sempre di più le possibilità di trovare lavoro – c’è chi ha perso la pazienza, ha impugnato carta e penna e ha scritto una lettera di protesta indirizzata alla Rai, all’Ordine nazionale dei giornalisti e ai sindacati dei giornalisti: la Federazione nazionale della stampa e l’Usigrai.
«Siamo un gruppo di giornalisti professionisti provenienti da diverse scuole di giornalismo e dal praticantato nelle redazioni. Abbiamo deciso tutti insieme di scrivere una lettera […] per denunciare una pratica a cui si assiste in silenzio da anni: le assunzioni su chiamata diretta dalla Scuola di Giornalismo di Perugia».
Così si apre la lettera, piena di indignazione, di chi si è visto superare – magari dopo anni di esperienza in una redazione, oppure per aver scelto per la propria formazione la scuola di giornalismo “sbagliata” – dagli ex allievi di Perugia.
L’accordo firmato da Rai e sindacati, che prevede le assunzioni degli ex allievi di Perugia, oltre ad una selezione pubblica che sarà avviata entro settembre, ha sollevato un polverone.
Gli esclusi denunciano che nel testo «si specifica che […] si provvederà ad assumere nuove risorse secondo “prassi aziendale”. Purtroppo abbiamo potuto verificare, ancora una volta, cosa si intenda per prassi». E a stretto giro arrivano le risposte del presidente dell’Ordine, Enzo Iacopino, e del Segretario Usigrai, Vittorio Di Trapani.
«Il 2 luglio – racconta Iacopino in un post su Facebook – il segretario della Fnsi, Franco Siddi ha raccontato dell’accordo appena raggiunto tra Rai e Usigrai. Parlandone con me mi ha riferito il particolare della chiamata diretta degli ex allievi della scuola di Perugia, aggiungendo un eloquente: “L’ho detto a Di Trapani che così l’Ordine chiuderà la scuola di Perugia”. Ho chiamato, subito, il segretario dell’Usigrai, manifestandogli […] il mio disappunto e facendogli presente che le regole delle convenzioni con le Università con il riconoscimento del praticantato non consentono le scuole aziendali».
Il nodo è questo: la Scuola di Perugia è direttamente collegata alla Rai oppure no? Se lo fosse decadrebbe la sua convenzione con l’Ordine dei giornalisti; di conseguenza due anni passati lì non varrebbero più come praticantato, e dunque gli allievi perderebbero il diritto di sostenere gli esami da professionisti subito dopo i corsi a Perugia. Se non lo fosse, perché la Rai dovrebbe usufruire del bacino di ex allievi chiamandoli direttamente – e dunque senza che sostengano alcun concorso pubblico – ad esclusione e danno degli iscritti ad altre scuole?
Un dubbio che non sfiora Vittorio Di Trapani, Segretario dell’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai), che scrive laconicamente: «Il tema del rapporto tra la Rai e la Scuola ci intrattiene da oltre 20 anni. E oggi è tornato alla ribalta con considerazioni e contestazioni diverse. Prima di ogni cosa, allora, credo che sia opportuno che si chiarisca cosa si intende per “scuole di tipo aziendale” (art.2 Quadro di Indirizzi dell’Ordine dei Giornalisti). Non spetta a me farlo. Spetterà agli organismi competenti, la cui autonomia io rispetto.
Alla luce di tali chiarimenti sarà possibile fare valutazioni più serie e attente sul presente e il futuro delle Scuole di Giornalismo».
A Iacopino aveva risposto che «Perugia è sempre stato canale privilegiato per la Rai», come riporta lo stesso presidente dell’Ordine dei giornalisti su Facebook, specificando di aver «sottoposto all’esecutivo dell’Odg la situazione. L’esecutivo, alla unanimità, ha considerato il comportamento non conforme al Quadro di indirizzi».
Dunque il comportamento della Rai è discriminatorio nei confronti degli iscritti a scuole di giornalismo diverse da quella di Perugia, nonostante per il Quadro di indirizzi siano tutte parificate. Il Direttore generale Luigi Gubitosi, contattato da Iacopino, «ha manifestato sorpresa, dichiarando che ignorava queste regole». E ha chiesto al presidente dell’Ordine la disponibilità per un incontro dal 29 luglio in poi. Ma quell’incontro non è ancora avvenuto. E chissà se avverrà mai.