Città metropolitana. Ferie forzate o ennesima farsa?

Circa 700 dipendenti della Città Metropolitana di Messina da lunedì 11 Febbraio saranno messi in ferie dal Sindaco Cateno De Luca in risposta al Prelievo Forzoso è stato approvato dai passati Governi nazionali a guida PD, come forma di partecipazione del territorio al risanamento dell’enorme Debito Pubblico italiano, che secondo il Sindaco ha messo in crisi le finanze dell’ente impedendo le condizioni per l’approvazione del Bilancio previsionale 2018. Le Città Metropolitane devono sborsare 200 milioni allo Stato ogni anno. Il Sindaco De Luca lamenta che in questo modo l’Ex Provincia Regionale di Messina rischia il dissesto, e lancia la sua personale protesta contro il Governo e la Regione… Mettendo a repentaglio il diritto alle ferie di oltre 700 dipendenti su 840, i quali rischierebbero anche il posto in caso di dichiarazione di dissesto. De Luca sostiene che il rischio, entro questo mese, è concreto, se non interverrà il Governo Gialloverde. Il Sindaco De Luca aveva disposto la sospensione dell’attività gestionale, compresa l’erogazione degli stipendi.

E’ partita subito la mobilitazione che vede in campo i dipendenti pubblici e le loro rappresentanze sindacali,  in particolare FP Cgil, Uil FPL e Cisl che non vogliono accettare questo attacco ai lavoratori e si oppongono sia alle ferie forzate sia al dissesto e al blocco degli stipendi.  I tre sindacati assieme al sindacato CSA hanno firmato una diffida contro i Dirigenti e il Segretario generale dell’Ente, perché ritengono che l’atto da loro prodotto ( che da seguito alla delibera del Sindaco) sia illegittimo in quanto si profilerebbe una interruzione di pubblico servizio. Hanno poi indetto un sit in che si è svolto l’8 Febbraio a piazza del Parlamento a Palermo, di fronte all’Assemblea Regionale Siciliana.

I Sindacati chiedono a Sindaco, Regione e Governo di prendersi le proprie responsabilità e scongiurare il peggio. In questa occasione hanno ottenuto dall’assessore all’Economia, Gaetano Armao, la promessa di un incontro con il Presidente Musumeci e gli assessori regionali. I Sindacati chiedono non qualche aggiustamento economico, ma una norma Salva Province che ponga fine al loro smantellamento progressivo, iniziato con la cosidetta Norma Del Rio del Governo Renzi e quella della precedente Giunta Regionale di Rosario Crocetta, senza che davvero si superassero definitivamente . Nel frattempo è il panico tra i dipendenti, molti dei quali vorrebbero andare comunque a svolgere il proprio lavoro, mentre quel centinaio che dovrà recarsi a lavorare non si spiega il motivo del particolare “privilegio”.

Il Sindaco ha annunciato lo sciopero della fame e la mobilitazione dei Sindaci della provincia se non verranno risolti i nodi al più presto. Cateno De Luca ha tutte le ragioni per indignarsi con il Governo e la Regione, anche se il prelievo deriva dalle scelte dei Governi nazionale e regionale precedenti. Ma la sua soluzione è quella giusta? Si può scaricare il peso degli errori altrui sulla pelle dei dipendenti della Ex Provincia? Esistono tantissimi mezzi per risolvere il problema, fare pressione a livello sia istituzionale,sia con la mobilitazione dei lavoratori. Il Sindaco si sta mettendo contro un intero Popolo composto da chi ogni giorno si impegna per portare avanti i servizi di cui tutti noi cittadini usufruiamo.

Sembra che l’unica cosa che sappia fare, lo abbiamo visto anche in altri casi, piuttosto che usare le proprie prerogative istituzionali sia creare il caso, montare uno spettacolo mediatico per riuscire a strappare la soluzione ai problemi. Nessuna capacità di dialogo con i suoi interlocutori istituzionali. Non solo non otterrà nessuna soluzione, ma nemmeno il consenso dei lavoratori, anzi i dipendenti pubblici perderanno, se non hanno già perso, la fiducia in lui.

Ad ogni modo Regione e Governo di Roma devono prendere la situazione sulle spalle e alla svelta. La Regione timidamente c’è, da Roma arrivano promesse di interventi normativi speciali in deroga alle normative vigenti ( a dirlo il Sottosegretario all’Economia pentastellato Villarosa). Staremo a vedere.

Michele Bruno

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