24 Novembre 2017, Messina . Questa mattina sono scesi in Piazza Antonello a Messina gli studenti medi e gli universitari per far sentire con forza il loro sdegno contro quello che a detta loro definisce una forma di sfruttamento , cioè l’Alternanza Scuola-Lavoro introdotta dalla legge 107 La Buona Scuola voluta dal Governo Renzi ed il sistema dei Tirocini nelle Università . La Manifestazione viene lanciata a livello nazionale da Rete della Conoscenza ed è accolta da diverse sigle studentesche spesso tra loro contrapposte e divise, ma non in questo caso : i sindacati Uds ( Unione degli Studenti ) e Reds ( Rete degli Studenti Medi ), il gruppo Sinistra Classe Rivoluzione . Il corteo ha visto anche la presenza dei rappresentanti d’Istituto di tutte le scuole messinesi e dei rappresentanti della Consulta Provinciale studentesca riuniti in quello che si è dato il nome di C.S.M. ( Collettivo degli Studenti Medi) . Presenti, come già detto, gli universitari di Studenti Indipendenti Unime che fa parte del sindacato studentesco Link Coordinamento Universitario, che hanno aderito alla manifestazione e che sono i promotori, con Uds ( all’interno di Rete della Conoscenza) della giornata nazionale contro lo sfruttamento . A queste va poi aggiunto FLC Cgil, sindacato dei lavoratori della Conoscenza . A queste va poi aggiunto FLC Cgil, sindacato dei lavoratori della Conoscenza . Il Corteo ha proseguito attraverso il corso Cavour per poi virare, fermandosi di fronte al Palazzo del Municipio .
Gli studenti delle scuole lamentano i problemi di un provvedimento che avrebbe dovuto essere uno strumento di formazione per avvicinare al mondo del lavoro le odierne e future giovani generazioni . Questo avrebbe dovuto ridurre il divario tra l’Italia e paesi che sull’orientamento e la preparazione al lavoro sin dalle scuole sono molto più avanti . Si rivela invece sempre più un mezzo utilizzato da certe imprese, in particolare alcune grandi multinazionali, per usare manodopera gratuita in maniera legale, soprattutto per lavori usuranti . Così, con molta passione,riassumendo le rivendicazioni degli studenti medi, si esprime sul tema Enrica Stroscio coordinatrice di Uds Messina “ Dopo il 13 Ottobre gli studenti scendono ancora in piazza, il Governo sordo ha ignorato le nostre richieste, ma noi non ci arrendiamo ! A Messina, forse una piazza meno popolata di altre, circa 300 studenti da varie scuole , ma piena di grinta e di indignazione, ha detto basta allo sfruttamento, rivendicando un’alternanza di qualità, gratuita e formativa . Chiediamo uno Statuto degli studenti e delle studentesse, regole fatte da noi e per noi! Non possiamo più accettare di lavorare per multinazionali, che lavoratori vengano licenziati per far spazio a noi studenti, di dover pagare per qualcosa a cui siamo obbligati . “ .
Il Ministro all’Istruzione Valeria Fedeli, sotto accusa frequentemente per episodi di questo genere, si è difesa in passato sostenendo che si tratta di abusi della normativa da parte delle imprese, su cui dovrebbero controllare le scuole . Ma le scuole controllano davvero o hanno l’interesse di farlo ? Questo è un bel dilemma che meriterebbe approfondimento e forse un altro pezzo giornalistico .
Il punto di vista degli universitari ce lo consegna Francesco Greco, portavoce di Studenti Indipendenti Unime – Link Messina “ Grazie ad indagini svolte da Link a livello nazionale, ci siamo resi conto che alle volte c’è un’analogia tra l’alternanza Scuola Lavoro ed i Tirocini universitari : quando i soggetti in formazione vengono impiegati in manovalanza, di fatto si configura un vero e proprio sfruttamento ( perpetuato da aziende che così cercano di risolvere i loro problemi di sottodimensionamento di organico ), spesso tacitamente accettato dagli studenti per conseguire al più presto i requisiti necessari per la laurea o il diploma . Noi tutto questo lo denunciamo chiedendo percorsi di qualità che siano realmente formativi, e questa analogia getta le basi per un movimento studentesco che sia solidale e trasversale tra universitari e studenti medi . Questa protesta è stata inoltre per noi occasione di rivendicare tutte le richieste contenute in All In, la nostra proposta di legge popolare per il diritto allo studio “ .
Michele Bruno