Della luna della rosa e del rosmarino

L’Africa è terra amara. Faizah e sua figlia Aziza se la lasciarono alle spalle una mattina d’estate.

Sulla pelle i graffi delle schegge a cui sfuggirono; ai piedi, chili di polvere: fu quello il bagaglio con cui affrontarono il deserto. Se ne liberarono quando i piedi si immersero nel mare di Grande Speranza: dietro di loro, sulla sabbia cotta dal sole, lungo la riva del Lido Disumano, lasciarono la Morte indispettita, fregata dall’audacia. Davanti, un mare apparecchiato a scommessa: giocarono a dadi con la vita, una volta di più.

In tanti giocarono e i perdenti furono molti. Ci viaggiarono accanto, cercando di non pensarci troppo. Aziza, nelle pause che il mare concedeva alla paura, trovò il modo di giocare con altre bimbe, grosso modo della sua età. Una parvenza di serenità. In mezzo a quell’abbrutimento, a quella folla dolente e schiacciata, i bambini, immobili e vicini, trovarono il modo di giocare.

Faizah e sua figlia riconobbero subito il volto della ferocia, lo avevano già visto all’opera molte volte: gli aguzzini-salvatori buttarono i perdenti fra le onde, erano troppi – dissero- ed era meglio viaggiare leggeri. In quei momenti pregarono Dio di non consegnarle al mare, di non morire così. Dio, questa volta, decise di esaudire le loro preghiere.

I Uomini di altrove trassero in salvo i superstiti. Lacrime di gioia rigarono il volto di Faizah: avevano vinto la scommessa. Aziza venne preparata con cura alla salvezza: bisogna presentarsi bene all’arrivo nella Grande Patria – le disse Faizah in un soffio -. Con l’acqua da bere sottratta ai morti la donna lavò Aziza: le pulì le manine,  il viso e le gambe secche di nafta e fango. Tirò fuori dalla sporta un pettine e dei nastrini colorati e con quelli le intrecciò i capelli. Le mise addosso il vestito buono, l’unico che aveva portato con sé: lo aveva conservato con cura, come una reliquia. Sul molo, quando finalmente furono sbarcate,  le fecero sfilare, nome e numero bene in vista.

Aziza era la più bella. Sorrise fiduciosa al  futuro e alla sua nuova Terra.