Cina: Istruzioni per una Dittatura perfetta

Vi siete mai chiesti come una Dittatura possa resistere nel ventunesimo Secolo? Se ci pensate pare quasi un ossimoro, eppure in Cina la dittatura è viva e vegeta, e non ha nemmeno paura a dichiararsi tale, è una dittatura orgogliosa che è inamovibile.

Come fa ad essere così solida una dittatura? Me lo chiedevo anche io, poi ho avuto la fortuna di incontrare un amico Cinese, uno Scienziato che si occupa di tecnologia per la produzione di Energia verde e, parlando con lui, mi si è aperto un universo, un punto di vista, una modalità di visione così logica da poter risultare banale, ma che funziona alla perfezione; ecco come far funzionare una dittatura nel 2019! L’esempio perfetto è quello della Cina

Come mantiene il proprio potere la Dittatura Cinese? La madre delle domande, ed è esattamente ciò che ho chiesto al mio amico orientale, la risposta mi ha spiazzato per la naturalezza con la quale è stata pronunciata: “Semplice, tramite il controllo dei settori chiave del Paese e dell’Istruzione“, il Governo Cinese opera infatti il monopolio su molti settori Economici del Paese, controlla le fabbriche ove moltissimi Cinesi traggono da vivere ed il suo potere sul Mercato Cinese sono illimitati, il Governo ha infatti il potere di ammettere o bandire un Azienda, confiscarne i beni ed operare ogni tipo di azione; “ciò che è all’interno del territorio Cinese è del Governo Cinese e dei Cinesi tutti” pare sia questo lo slogan che il Governo usi per giustificare (più all’estero che al suo interno, n.d.r.) le sue modalità di controllo del Mercato, un Mercato di 1.386.000.000 persone che fa gola all’intero mondo e su cui dunque tutti mirano a fare affari, un interesse globale dunque che tutela di riflesso il controllo del Mercato (e dei Cinesi che vi lavorano) da parte del Governo Cinese guidato, ormai da 70 anni, dal Partito Comunista Cinese.

Ma il controllo sul Mercato non è la sola “arma” a disposizione del Partito Comunista, il punto forte è l’informazione e la formazione Cinese, “rabbrividiresti a sentire cosa insegnano nelle nostre Scuole“, il controllo dell’Istruzione è infatti un passaggio fondamentale che consente il controllo sulla formazione, la visione e l’azione dei giovani cinesi, “La Scuola ti insegna che non c’è altra alternativa al Partito Comunista, che fuori dalla Cina c’è un mondo, ma un mondo che non è forte e prospero come la Cina e di cui dunque bisogna star lontani dall’importare cultura ed usanze” ed è proprio grazie a questo fondamentale passaggio che il Governo evita sommosse, rivolte e la nascita di soluzioni alternative al Governo del Paese, ai Cinesi manca la base, la capacità di giudizio e di critica rispetto a ciò che hanno di fronte, vengono sì avviati alla cultura del duro lavoro e dell’impegno ed ai piani alti dell’istruzione anche alla creatività imprenditoriale, ma sempre entro lo spazio Cinese. E poco può fare il Movimento Democratico Cinese, nato nel 1979, che oramai è ridotto ad una sorta di Associazione Clandestina con pochissimo seguito

Ma a questo punto una domanda mi sorse spontanea, se tutto ciò è vero, come faceva lui ad essere qui di fronte a me ed ad essere uno Scienziato? Ed è dalla risposta a questa domanda che si evince il genio di un Sistema perfetto, una catena che perfettamente funziona grazie al genio del “nuovo corso” del Partito Comunista che applicò diverse riforme nel 1978: la Cina sà di non potersi chiudere al mondo, sa che il mondo è la sua unica fonte di ricchezza e sa che non può contrastarlo ma che anzi, deve controllarlo, ecco perché permette l’internazionalizzazione e la formazione controllata e limitata di un numero di figure professionali da utilizzare per rendere la Cina un paese che insegue e segna il progresso, divenendo inattaccabile dall’esterno, garantendosi un forte mercato e ponendosi come partner fondamentale per gli altri Paesi. Ma degli esperti formati significa anche mentalità aperte, critiche ed acculturate, l’internazionalizzazione necessaria alla comprensione dei mercati e delle società, delle tecnologie e delle ricerche necessarie all’elaborazione di nuove soluzioni porta inevitabilmente al porsi delle domande, alla nascita di uno spirito critico ed ecco perché la formazione in tal senso è strettamente controllata; perché tutta la classe culturale Cinese non si coalizza e sovverte il regime? ho chiesto, ma la risposta è stata alquanto scontata “Siamo coscienti che vengono negate delle libertà fondamentali, ma siamo in pochi, troppo pochi per poter contrastare il Governo, lo stesso Popolo Cinese non conosce ne immagina alternativa alcuna al Partito Comunista, dunque non può desiderare altro, verremmo forse uccisi prima dai cittadini stessi che dall’esercito” e guai a mostrare poi segni di ribellione o critica, ciò vorrebbe condannare la propria carriera.

Una catena perfetta che si rende inattaccabile dal mondo tramite la forza del suo mercato interno ed inattaccabile dall’interno grazie al forte controllo sull’istruzione e sul mercato che fa de facto dipendere ogni cittadino dal Governo, la Libertà di pensiero viene negata per garantire un miglior controllo sulla vita dei cittadini che conseguentemente garantisce l’ordine, una macchina che pare perfetta ed inattaccabile, semplicemente un ciclo indistruttibile. Una frase tuttavia mi ha lasciato denso di pensieri, al termine della nostra discussione, l’amico Cinese mi dice: “Sicuro che per governare un enorme popolo la Democrazia sia il sistema migliore? O per garantire l’ordine e la pace è necessaria una dittatura quando si tratta di governare popoli enormi? D’altronde le Democrazie qui non sono esenti da problemi” non so se fosse una frase di forzosa rassegnazione (anche perché sembrava abbastanza critico nei confronti del Partito Comunista Cinese) o di effettiva convinzione, fatto sta che mi ha dato fortemente di che riflettere, come fare a garantire l’ordine all’interno di una popolazione di miliardi di persone garantendone le Libertà fondamentali? Meglio l’ordine o le libertà?

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One comment

  1. Alcune considerazioni da Il Foglio:

    L’impero sovietico era intoccabile finché era in grado di crescere. Quando è arrivata la stagnazione – quando la produttività è diventata negativa negli anni Settanta – il sistema si è scoperto fragile. La crescita pro capite è stata negativa tra il 1973 e il 1990. Quando la Cina inizierà a rallentare, e le tendenze demografiche e finanziarie lo rendono inevitabile, ci sarà uno scontento popolare simile a quello dei vecchi paesi satellite comunisti.

    La crescita tende a creare una classe media, che pretende più di qualche vago slogan, anche se non si aspetta la democrazia. La maggior parte dei rivoluzionari del 1989 erano degli intellettuali borghesi, come Vaclav Havel in Cecoslovacchia o Bronislaw Geremek in Polonia. Questi personaggi esistono anche in Cina – pensate all’artista Ai Weiwei – e la loro insoddisfazione con il partito-stato è la stessa dei dissidenti antisovietici.. Non c’è livello di sorveglianza che può preservare uno stato che perde legittimità.

    La corruzione, l’inefficienza e il degrado ambientale sono delle caratteristiche inerenti a ogni paese totalitario. In un sistema senza controlli anche una campagna anti corruzione diventerà corrotta. Se il partito è al di sopra della legge, tenderà sempre verso l’illegalità.

    La Stasi non aveva bisogno dell’intelligenza artificiale per sapere tutto ciò che avveniva nella Repubblica democratica tedesca, le bastava affidarsi a una rete di spie in borghese. Ma questo sistema di controllo non è bastato a salvare il sistema, ha avuto l’effetto contrario.

    In uno stato di sorveglianza ogni cittadino impara a raccontare le bugie. Ma quando tutti mentono, arrivano dei disastri come Chernobyl, o come il cortocircuito mediatico che ha portato alla caduta del Muro di Berlino: una conferenza stampa improvvisata dal membro del Politburo Günter Schabowski, in cui annunciava che “ogni cittadino poteva viaggiare oltre il confine a partire da subito”. La mancanza di fiducia tra i dirigenti del partito e l’apparato di sicurezza hanno impedito una rettifica dell’ordine.

    Il potere sovietico è stato frammentato prima nelle periferie. Questo è il motivo per cui Hong Kong, Xinjiang e Taiwan, e non Pechino, sono le zone chiave da tenere sott’occhio. Il Muro di Berlino è caduto a causa di una reazione a catena che è iniziata in Polonia e si è diffusa nei paesi vicini. Un processo simile, alla fine, abbatterà la Grande muraglia cinese.

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