DONNE CHE MARCIANO, DONNE CHE CHIEDONO.

Era il 1950 quando una giovane Margaret Teatcher percorreva i corridoi della Oxford University, ignara che un giorno sarebbe divenuta una delle donne più influenti e importanti che abbiano mai calcato la scena politica mondiale. Qualche ventennio dopo sarebbe divenuta the “Iron Lady”. Era  il 1942 quando una ragazzina con il sogno di divenire una grande scrittrice ricevette un quadernino, sul quale cominciò a scrivere e a narrare la tragedia dell’Olocausto. Con il coraggio che emerge tra le righe del suo Diario, ha contribuito a far conoscere a tutti quella che fu una tragedia che piegò in due il mondo. Era il 1948 quando Eleonor Roosvelt presidente della Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, insistette e lottò per la creazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Nel 1901 una Coco Chanel diciottenne era intenta ad apprendere dalle suore di Notre Dame de Paris nozioni di cucito, ignara che qualche decennio dopo avrebbe modificato a livello internazionale il concetto di femminilità, disegnando una donna che era capace di fare altro oltre che badare a casa e figli. Nei primi decenni del 1900 una giovane Maria Montessori diverrà una delle più grandi pedagogiste d’Italia. Era il 1997 quando Lady Diana Spencer lottava contro le mine antiuomo, le sue immagini mentre percorreva quei campi minati attraversarono il mondo. Era il 1969 quando una giovane Hillary Clinton varcava le soglie della Yale Law School, destinata a divenire una delle donne più potenti del secolo ed a sfiorare più volte la presidenza dello stato più potente del mondo.

Arriviamo ai giorni nostri. Giorno 21 gennaio 2017, il giorno della Women’s March. La marcia delle donne che lottano ancora una volta per quei diritti che la società è tanto restia nel realizzare. 350 marce consorelle in 40 paesi diversi portatrici di voci di donne. Sono tante le donne che hanno contribuito a scrivere la storia del mondo ed altrettante sono quelle che si sono unite nella marcia contro i soprusi di una società cieca. Donne che ancora una volta si sono ribellate alla vita. Non hanno mai fermato la loro evoluzione. Hanno lottato per arrivare ad essere ciò che sono. E lottano ancora. Perché la vita delle donne non è mai stata facile. Nel passato le donne sono state oggetto di tante discriminazioni, escluse dalla società. Rinchiuse dentro il loro mondo. Poche avrebbero dovuto essere le loro occupazioni: figli, cucina, mariti. Non venivano mandate a scuola. Non avevano bisogno di un’istruzione per fare le mogli. Sempre qualcuno pronto a scegliere per loro. Prima i padri, poi i mariti. Inferiori, impossibilitate ad esprimere il proprio pensiero. Le donne impegnate nell’attività agricola, ricevevano page minori rispetto agli uomini, alla donna spettava la metà della paga dell’uomo. Il Codice di Famiglia del 1865 specificava che le donne non avevano alcun diritto nei confronti dei figli, la potestà spettava esclusivamente ai pater familias. Partorivano i figli per poi non avere nessun diritto nei loro confronti. L’Art. 486 del Codice Penale puniva le donne adultere con la detenzione dai 3 mesi ai 2 anni, mentre gli uomini venivano puniti solo in caso di concubinato. Prima del 1874 le donne non potevano accedere a licei e università, e per molti anni dopo saranno ostacolate e rifiutate le loro iscrizioni.

Ma non si sono arrese. Mai. Sono riuscite ad emergere da quella società avversa, ad arrivare all’emancipazione. Furono le donne, durante la Seconda Guerra mondiale, a rimboccarsi le maniche e a prendere il posto degli uomini. Anche se con la fine della Grande Guerra addirittura furono accusate di aver tentato di rubare i posti di lavoro agli uomini. Furono ostacolate in tutti campi, nell’ambito lavorativo, familiare, nella società. Ma con la loro grinta, la loro tenacia e determinazione molto tempo dopo riuscirono ad eccellere in ognuno di questi campi. E il tanto auspicato cambiamento all’interno della società avvenne. Tracce di questo cambiamento si notano nel 1869 quando  nel Regno Unito vede la luce il movimento delle “Sufraggette”. Le donne chiedevano di votare. E così passarono da spettatrici passive a soggetti attivi della vita politica del proprio Paese.

Ma nonostante i secoli siano cambiati, le gonne accorciate e le labbra abbiano preso colori accesi, ancora oggi le donne si trovano a dover chiedere i tanto auspicati diritti umani. Oggi la donna ha diritto di scegliere, di essere ciò che desidera. L’art. 23 della Carta Fondamentale dei Diritti dell’Uomo dice che La parità tra uomini e donne deve essere assicurata in tutti i campi, compreso in materia di occupazione, di lavoro e di retribuzione.

Il Codice delle Pari opportunità tra uomo e donna del 2006 ha abolito le discriminazioni nei confronti delle donne, nei rapporti etico-sociali, economici, civili e politici. Ma ancora oggi in tanti Paesi le donne sono considerate inferiori agli uomini e sottomesse a questi. La legge specifica le donne come uguali agli uomini, ma ancora oggi le donne vengono uccise dai propri partner, maltrattate e soprattutto in ambito lavorativo sottoposte a discriminazioni. Milioni di donne in tutto il mondo, specialmente nei paesi più poveri, sono soggette a violenze fisiche e sessuali, con limitata possibilità di ricorso alla giustizia.

Ma non hanno mai smesso di lottare. La notte stessa dell’elezione di Donald Trump a quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti D’America, noto per le sue dichiarazioni xenofobe e razziste nei confronti del genere femminile, ancora una volta le donne hanno sentito di dover lottare contro la società avversa . Quel sentimento è cresciuto per mesi dentro di loro. Le donne di Washington nel post-inauguration day si sono radunate in più di 200.000 per le strade americane, il loro esempio è stato seguito in tutto il mondo. Contro Trump e la sua politica, contro il mondo ancora restìo nei loro confronti. Donne che sono scese per le strade delle più grandi città del mondo, armate di speranza e orgoglio per l’appartenenza ad un genere che non ha mai fermato la sua evoluzione e che mai si è piegato alle avversità.

Un evento, quello della Women’s March che va al di là di una semplice ricorrenza. Diritti, Libertà e Uguaglianza del genere femminile che da troppo tempo aspettano di essere realizzati. Diritti che nessuna donna in qualsiasi secolo smetterà mai di chiedere. Nessuna di loro si è mai arresa, e nessuna di queste si fermerà mai. Perché il mondo ancora deve essere cambiato.  Quando cesserà la violenza di genere e quando tutte le donne del mondo avranno la possibilità di essere ciò che desiderano senza subire violenze e discriminazioni, solo allora sì potrà dire che il mondo sia cambiato.

Maria Cristina Palumbo