“Scegli il tuo partner con molta attenzione.
Da questa decisione dipenderà il 90% di tutta la tua felicità o
della tua tristezza; ma dopo aver scelto con cura, il lavoro sarà appena cominciato”
Jackson Brown
Sono anni che ci inculcano che la nuova donna è forte, è determinata ed è indipendente, che dovevamo smettere di chiedere e iniziare ad agire.
Beh diciamo che sono passate un paio di generazioni, ma poi ci siamo riuscite, siamo forti, volitive, indipendenti, noi non aspettiamo il principe azzurro con i capelli sciolti sul balcone, noi ammazziamo il drago e con il principe ci prendiamo l’aperitivo.
Peccato che le nostre nonne/madri femministe non ci avevano detto che insieme al drago avremmo ammazzato anche l’uomo!
Ora siamo indipendenti, forti e lo sottolineiamo anche in ogni azione, magari anche quando non corrisponde a verità, perché ormai la “moda” o la “tendenza” è che le donne di successo siano forti, una forza che spesso contiene in se il potere della distruzione dei rapporti,così invece di un rapporto d’amore, ossia basato sul “dare”, creiamo rapporti di dipendenza, basati sul togliere. Ognuno toglie all’altro qualcosa, come un perfetto loop diabolico, sembra un delirio, ma invece è il 90% delle relazioni che vedo davanti a me.
Essere intraprendenti, originali, forti, indipendenti, ci ha reso felici, sicure di noi stesse, capaci di raggiungere obiettivi alti, capaci di modificare qualunque cosa rendendola a nostra immagine e somiglianza o semplicemente capace di soddisfare i nostri bisogni , ahimè questo pero’ ci allontana dall’altro sesso.
Una relazione funziona se si sta bene, ma stare bene non significa non litigare, non arrabbiarsi, non fare degli sbagli, non avere idee diverse, il tutto però deve essere sentito, da ognuno dei due membri della coppia, come un qualcosa che non snatura se stessi, un qualcosa in cui è possibile un compromesso e non un annullamento dell’altro, di quello che prova e che pensa.
Ecco la necessità di leggersi dentro senza filtri, ponendosi domande importanti.
Cosa posso cambiare di me per aiutare l’altro ad accorgersi maggiormente di quello di cui ho bisogno, senza che questo costituisca un tradire quello che sono e quello in cui credo? Fino a che punto posso spingermi in tale direzione, senza sentirne un peso eccessivo o provare impotenza?
Ogni relazione è molto più della somma dei due singoli individui che la compongono e molto meno delle aspettative che la alimentano. Le relazioni, non solo quelle di coppia, sono il più potente fattore di cura che io conosca, ma al contempo anche ciò da cui si generano i nostri disagi più profondi.
Cos’è allora una relazione?
Una relazione è una delle possibilità che la vita mi dà di esprimere quel che sono, quel che sono può cambiare, ma quel che cambia non può essere diverso da quel che sono.
Giulintano Nancy