Oggi 7 maggio vorremmo suggerire di intitolare strade ad Evita, che nacque il 7 maggio, e fu donna di battaglie e generosa. Una donna discussa, che ha vinto le sue sfide.
Eva Maria Ibarguren Duarte nasce il 7 maggio 1919 a Los Toldos (Buenos Aires, Argentina). La madre Juana Ibarguren svolgeva le mansioni di cuoca nella tenuta di Juan Duarte, da cui ebbe quattro figlie ed un figlio che non furono mai riconosciuti da Duarte, già sposato e padre di altri figli.
Evita cresce in un clima ambiguo, con un padre che non è un vero padre. Sarebbe stata una vittima dei benpensanti e dei pettegoli se non avesse avuto un carattere forte. Come la madre è “di ferro” e, costretta dai pettegolezzi a cambiare città, risponde riorganizzando la sua vita ed i suoi affetti. Si racconta che la passione per il cinema sia nata dalla visione di un film. Lasciò allora la scuola e si dedicò alla recitazione con la speranza di diventare una grande attrice, si dice ”più per essere ammirata e idolatrata che per amore dell’arte”.
Giunta a Buenos Aires, a soli 17 anni, ebbe una particina in un film, “La senora de Pérez”, cui seguirono altri ruoli di secondaria importanza. Tuttavia la sua esistenza, e soprattutto il suo tenore di vita, non cambiano molto. Talvolta rimane addirittura senza lavoro. La fama arrivò nel 1939: una compagnia radiofonica la scritturò per un radiodramma . La sua voce entra nell’immaginario delle donne argentine, ed i ruoli che lei interpreta, quasi sempre di donne fatali o dal drammatico destino, fanno sospirare e sognare.
Nel 1943 conosce il colonnello Juan Domingo Perón, più anziano di lei e, quando, nel 1945,
un colpo di mano all’interno dell’esercito costringe Perón a dimettersi dalle sue cariche, i capi sindacali ed Evita, che intanto era diventata una fervente attivista, insorgono, fino ad ottenere il suo rilascio. Poco dopo Evita e Peron decidono di sposarsi.
Nel 1946 Perón decide di candidarsi alle elezioni politiche. Dopo un’estenuante campagna elettorale, viene eletto Presidente. Gli è accanto Evita. Due linee di pensiero interpretano diversamente gli atteggiamenti di Evita Peron, moglie del Capo di Stato: c’è chi la presenta come una arrampicatrice desiderosa di potere, che esibisce pietà per i poveri, che finge solidarietà sempre carica di gioielli e pellicce: C’è chi la presenta dedita alla causa della povera gente. Ad esempio, conduce una battaglia per il voto alle donne (che ottiene), oppure dà vita a fondazioni a beneficio di poveri e lavoratori. Costruisce case per i senzatetto e gli anziani, senza mai dimenticare le esigenze dei bambini. Tutta questa fervente attività benefica le procura grandissima popolarità e ammirazione. Spesso la domenica mattina si affaccia al balcone della casa Rosada davanti alla folla che le esprime la sua devozione acclamandola.
Aveva solo 33 anni quando si manifestarono malori che l’avrebbero portata via in breve tempo: un tumore all’utero che metastatizza e il 6 luglio del 1942 Evita si spegne.
I poveri e la gente comune ricevono la notizia dalla radio: colpiscono, nel racconto dei cronisti, la disperazione ed il dolore per la perdita di Evita, “Madonna degli umili”.
Beatrice Bonanno
IIS “G.B. Vaccarini”-Catania