Sono già iniziate le partite a carte, tipiche delle festività natalizie, e il Nord vince i premi all’asso piglia tutto, mentre il Sud rimane a bocca asciutta. Il 18 novembre scorso il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) ha deliberato il finanziamento di opere al Nord, per un ammontare complessivo di 20 miliardi di euro contro soli 200 milioni per il Sud. Al Nord anche 400 mila euro dei Fas (destinati dall’Unione europea alle regioni del Mezzogiorno) assegnati alla Scuola Europea di Varese, che di certo non si trova né in Sicilia, né in Puglia.
Il governo, quindi, ha deciso di utilizzare quasi tutte le risorse a disposizione per finanziare le infrastrutture del Centro-Nord: l’alta velocità Milano-Genova, all’altezza del Valico del Giovi, per 6,2 miliardi; la galleria del Brennero e il quadruplicamento della tratta ferroviaria Verona-Fortezza di accesso alla Galleria stessa, per 4,6 miliardi; il tratto ferroviario Treviglio-Brescia della linea Milano-Verona, per 3,8 miliardi; lo stanziamento della settima tranche per la realizzazione del sistema MOSE a Venezia, per 230 milioni; il cunicolo esplorativo della Maddalena del collegamento ferroviario Torino Lione, per 143 milioni.
Riguardo alle infrastrutture del Mezzogiorno, invece, il Cipe ha previsto soltanto 33 milioni per la piastra logistica di Taranto e 29 milioni per l’adeguamento ferroviario nell’ambito dell’area metropolitana di Bari.
Questo l’interesse del governo nei riguardi del Sud e della “questione meridionale”, a fronte del fatto che sia il ministero degli affari regionali, sia lo stesso Cipe siano guidati da due meridionali, di cui peraltro uno meridionalista. Per Berlusconi conta molto la “questione settentrionale” o, per dirla in modo più esplicito, il sostegno della Lega, che non si fa scrupoli a ricattare il governo se non ottiene quello che chiede. Con l’avallo dei politici del Sud, facenti parte del suo schieramento, pronti sempre e comunque a dimostrargli sudditanza e fedeltà incondizionata.
Ancora una volta l’esecutivo abbandona il Mezzogiorno a se stesso, salvo poi in campagna elettorale ad utilizzarlo come serbatoio di voti da rastrellare con il clientelismo e la propaganda.
Il meccanismo è ormai collaudato: tenere il Sud in agonia in modo tale da poter fare leva sui bisogni primari delle persone e sulle false promesse. Al resto provvede la disinformazione messa in atto quotidianamente dalla Lega, che lamenta la redistribuzione delle risorse statali a favore del Sud, salvo poi scoprire che il governo, ad oggi, ha dirottato decine di miliardi di Fas al Settentrione; un esempio per tutti: il pagamento delle multe per le quote latte degli allevatori Padani.
Così aumenta il gap economico tra Nord e Sud e di conseguenza le disparità sociali e culturali. L’Italia non può essere governata secondo le logiche della convenienza e del consenso.
Bisogna superare il modello di una Italia duale: un Nord che produce beni e servizi e un Sud che consuma i prodotti del Nord. Serve un nuovo patto che tenga insieme il Paese, secondo il quale tutte le regioni siano terre di produzione, in rapporto alle loro vocazioni e peculiarità.
Giuseppe Lumia