I poteri forti contro Renato Accorinti, il Sindaco di Messina.

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Quando si parla di poteri forti il dubbio di essere retorici e demagogici viene. Se però si somma tutto quello che è successo negli ultimi 20 giorni, il risultato che si ottiene riconsegna al termine forte tutta la sua valenza. Dalla Prefettura all’Autorità portuale, dalla Capitaneria di porto agli autotrasportatori, dai sindacati confederati alla maggioranza del Consiglio Comunale, tutti sono stati critici, contrari e avversi alla decisone che Renato Accorinti ha assunto di vietare nelle ore diurne, dalle 7 alle 21, il passaggio di 40 TIR per il centro cittadino.

 “Il principio è giusto ma i tempi non lo sono, probabilmente l’Ordinanza  è quantomeno intempestiva, a parlare è Antonino Samiani attuale Comandante della Capitaneria di Porto, …loro sostengono (gli armatori) d’avere un danno economico notevolissimo sopprimendo questa corsa…e la mancata ricezione della domanda del mercato in quella particolare fascia oraria crea notevolissimi danni….La nostra posizione, continua Antonino De Simone attuale Presidente dell’Autorità portuale di Messina e Milazzo, rimasto in silenzio sino a quel momento….cioè l’interesse dell’autorità portuale è quello d’incrementare il traffico marittimo e delle sue navi a prescindere dai TIR.” 

“Se l’Ordinanza influisce ed è un ostacolo alle attività dell’Autorità Portuale, si entra nel mio campo, conclude De Simone, e quindi abbiamo tutto l’interesse a proporre ricorso. Ma per aver detto che 40 TIR devono circolare solo di notte c’è tutto questo grande danno ? ….la corsa non si regge economicamente…l’unica incognita che potremmo avere è che l’armatore potrebbe decidere di spostare l’autostrada del mare (da Salerno –Messina /a Salerno- Catania) e intaccare il “prestigio” del porto con diminuzione del traffico del Marittimo”.

Le dichiarazioni del Presidente dell’Autorità Portuale acquistano nella vicenda un peso specifico rilevante se si considera che è proprio dello stesso Ente la responsabilità dei ritardi nella realizzazione dell’approdo di Tremestieri. L’approdo, che dopo la sua completa realizzazione dovrebbe finalmente liberare la città di Messina da tutto il traffico marittimo essendo posizionato a 8 Km dal centro cittadino, vede proprio nell’Autorità Portuale l’ente appaltante dei lavori.

Comunque e prima di cercare le possibili spiegazioni su come mai due Istituzioni ed Enti pubblici, che dovrebbero quantomeno assumere un atteggiamento di terzietà, siano intervenuti a “gamba tesa” nella regolamentazione del traffico cittadino e nelle disposizioni emanate dal Sindaco, quale unico proprietario delle strade comunali, dovremmo porre attenzione a chi sono stati e ancora sono gli Armatori.     

Era il 1994 quando un articolo dal titolo l’impero dei Franza di Antonio Mazzeo, candidato nella lista Tsipras alle recenti elezioni Europee, collegò con dati alla mano il connubio di quattro famiglie dell’alta borghesia di Messina, tutte unite all’ombra della società Tourist Shipping spa, si trattava del quadrunvirato Franza – Genovese – Mondello – Gullotti. Stiamo parlando dell’attuale armatore e della sua Società Caronte & Tourist S.p.A., l’unica compagnia d’attraversamento privata che collega le due sponde dello Stretto di Messina. Un vero e proprio monopolio di fatto che più di una volta ha visto l’intervento dell’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato, quantomeno a livello d’indagine.

Contro questo impero economico-finanziario, il Sindaco Renato Accorinti non ha fatto nessuna rivoluzione, non ha imposto la chiusura o la cancellazione di alcuna corsa o tratta navale. Addirittura non ha indossato neanche nessuna delle sue famose magliette che di solito caratterizzano visivamente la sua azione politica e pertanto non esiste ancora una maglietta NO-TIR che può fare da contrappunto al più famoso No-Ponte o all’attuale Free Tibet. Ha semplicemente chiesto alla compagnia marittima di mantenere gli orari invernali e di non aggravare per il periodo estivo (circa 45 gg) il disagio che la città avrebbe patito dall’attraversamento nel centro cittadino di 40 TIR giornalieri.

Ed è successo il finimondo. Un terremoto istituzionale che ha visto un immaginario postino virtuale, nel torrido caldo estivo di Giugno, portare lettere aperte da una parte all’altra della citta. Inizia l’impresa che attraverso il suo A. D., Vincenzo Franza, risponde con un lettera dai toni “gentili e tecnici”: “Caro Sindaco…se non torni indietro…metti a rischio 150 posti di lavoro …stante i rilevanti danni economici che ne deriverebbero.

Al sostanziale “ricatto” alla Città, il Sindaco risponde con una frase che ha visto compattarsi l’intera città dietro quella che è ben presto diventata la battaglia contro i TIR in città: “la libertà d’impresa deve adeguarsi sempre ai diritti primari dei cittadini, che per questa Amministrazione non sono negoziabili” 

Fosse rimasto a questo livello, lo scontro, si sarebbe trattato di una normale dialettica generata dalle novità che l’amministrazione Accorinti ha portato fin dal suo insediamento. Né più, né meno di quella dialettica che si è generata tra i commercianti e l’isola pedonale o quella che si è generata tra i “posteggiatori” abusivi e le piste ciclabili. Tutti atti e provvedimenti che ai privilegi di pochi o di molti contrappongono il bene superiore della miglior vivibilità di una città ancora rimasta ai tempi del dopo terremoto del 1908. 

Ma i poteri sono forti quando riescono a spostare lo scontro da un terreno d’interesse prettamente economico a quello ben più ampio di traffico marittimo, continuità territoriale, Autostrade del mare e chi più ne ha più ne metta. Ed ecco che nella più assoluta anomalia, nella vicenda interviene il Prefetto di Messina, Dott. Stefano Trotta, chiamato ai suoi doveri di rappresentate del Governo in città, direttamente dall’Armatore. 

Presto fatto. Parte un tavolo tecnico, si richiedono dati e consulenze senza coinvolgere l’amministrazione comunale ed eccezionalmente, per la celerità dell’intervento, parte un’altra lettera aperta: “S’invita il Sindaco a non tralasciare ogni ulteriore sforzo per confrontarsi con le varie parti in causa in vista di soluzioni, ove possibile, condivise, che contemperino i vari interessi in gioco e che tutelino l’ente locale da possibili conseguenze anche di natura finanziaria”.

E’ stata la stessa città che di fronte a questa presa di posizione ha risposto direttamente al Prefetto ed il sunto della risposta si è tradotto con le parole di risposta d’Accorinti: “Tuttavia, ho il dovere di segnalarLe che la stessa (sua nota) ha finito con il risuonare, per i contenuti e i toni sostanzialmente monitori, alla medesima stregua delle numerose diffide e azioni giudiziali da parte dei vettori del traghettamento sullo Stretto e dalle associazioni degli autotrasportatori delle quali questo Comune è già stato più volte, recentemente, destinatario in relazione all’adozione di misure restrittive della libera circolazione dei veicoli c.d. pesanti all’interno della città.”

Se questi sono Enti, Prefettura, Capitaneria di Porto e Autorità Portuale, che dovrebbero essere terzi rispetto alla vicenda, i diretti interessati, per il ruolo di rappresentanza dei cittadini che ricoprono e cioè i Consiglieri Comunali, hanno preferito ficcare la testa nella sabbia come gli struzzi e non prendere posizione.

Ma per capire l’agire politico del Consiglio Comunale di Messina dobbiamo tornare ai famoso quadrunvirato, ai cognomi di Gullotti e Genovese e alla storia parlamentare del paese, avendo queste famiglie tramandato il titolo d’Onorevole o Senatore come se fosse un bene ereditario, sino ad arrivare al Sentore Francantonio Genovese, attualmente sospeso dal partito del PD e agli arresti domiciliari perché indagato per riciclaggio, peculato e truffa, nell’ambito dell’ormai famoso scandalo della formazione in Sicilia.

La premessa e le precisazioni sul Senatore Genovese più che apparire gratuite diventano necessarie per comprendere come il Consiglio Comunale di Messina, politicamente formato da numerosi “Genovesiani”, abbai preferito non prendere posizione. E’ noto, infatti, che pur chiamandosi oggi tutti Renziani, i Consiglieri Comunali del PD sono stati eletti nel 2013, quando ancora il nome Genovese era non solo il referente politico unico in città ma anche uno di quelli che per i voti politici che riusciva a smuovere contava moltissimo. Altrettanto lapalissiano appare come, pur essendo stati sollecitati a prendere posizione sui i TIR in città tramite una proposta di delibera di consiglio a firma Zuccarello, Sindoni e Cardile, essi siano riusciti con la “complicità” e uno escamotage dell’U.D.C. ad evitare il confronto e a spostare tutto ad una sessione del Consiglio Comunale aperta che, come tale, non avrebbe potuto produrre nessun atto politico ed avrebbe consentito solo un innocuo e indolore parlarsi addosso.

A far svelare i “giochi” politici che vi sono stati dietro la delibera di Zuccarello è stato un consigliere del PD di nota fede Genovesiana”.

“Lui (Genovese) in questo momento è sospeso dal PD e in attesa che risolva le sue questioni, ma assolutamente confidiamo che quando risolverà le sue questioni e ne sono sicura…tornerà ad essere il Dominus del PD. Attualmente il mio referente politico è Franco Rinaldi (il cognato di Genovese e attuale On. della Regione Siciliana) e poi Felice Calabro”.

La domanda successiva al Consigliere la poniamo nelle stanze della Presidenza del Consiglio, dove si trovava di prima mattina per concordare con la Presidente Emilia Barile, un’altra Genovesiana doc che in quest’occasione non ha brillato per terzietà istituzionale, l’azione politica da tenere durante il Consiglio Comunale che di pomeriggio avrebbe visto andare in fumo la proposta Zuccarello.

E sulla disputa dei TIR come risponde: è favorevole o contraria a quelli diurni ?

“Avrà la mia risposta domani o dopodomani, con un comunicato o con una conferenza stampa, stiano lavorando per questo”.

E così è stato. I “lavori” hanno fatto propendere per una seduta di Consiglio aperta dove i sindacati, il Presidente dell’Autorità Portuale e il rappresentante degli autotrasportatori, dagli scanni del Consiglio Comunale si sono potuti permettere le loro rimostranze e i loro distinguo sino ad arrivare a minacciare la città di rappresaglie varie, vedi l’intervento del rappresentante degli autotrasportatori.      

Ad ogni modo il 21 Luglio 2014, entrerà in vigore l’ordinanza che impone nella fascia oraria 7-21, ai veicoli e ai complessi di veicoli adibiti al trasporto di cose, con massa a pieno carico superiore a 7,5 tonnellate che sbarcaranno dal molo Norimberga e solo da quello il divieto di transito nel centro cittadino. 

Meglio conosciuta come Ordinanza anti TIR è il primo e unico atto amministrativo che dopo decenni di morti sulle strade, intasamento delle strade cittadine, fumi, rumori e danni ambientali conclamati, cerca di porre quantomeno un indirizzo “politico” all’orrendo tributo che un’intera città è costretta a pagare per essere la porta d’accesso da e per il Continente Europeo.

Pietro Giunta 

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