Il gazebo contro la celebrazione del 60esimo U E

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Avrebbero voluto mettere 12 tende canadesi, una per ognuna delle famiglie inserite nell’elenco dell’amministrazione comunale dei morosi incolpevoli e che non hanno visto riconosciuto il loro diritto. Si sono dovuti accontentare di un gazebo verde messo in bella mostra in mezzo al corridoio del Comune di Messina in segno di protesta contro la politica abitativa della Giunta Accorinti e del Sindaco Renato, accusati di aver “espunto la parola CASA dall’agenda amministrativa”.

I morosi incolpevoli sono quelli che per motivi economici durante gli anni più gravi della crisi economica del paese non sono riusciti più a pagare l’affitto e per questo hanno subito lo sfratto esecutivo. In loro favore tutta una serie di leggi Nazionali e Regionali avevano previsto degli aiuti economici, l’accompagnamento sociale da un’abitazione ad altra e una graduatoria. Nel caso di Messina le famiglie che hanno superato i rigidi parametri per entrare in graduatoria sono state solo 12, però una disposizione regionale ha previsto che gli sfatti da considerare validi siano solo quelli effettuati nel 2013 mentre le famiglie sotto il gazebo hanno subito la procedura di sfratto in massima parte nel 2014. In questo contesto abitativo l’amministrazione comunale aveva promesso di mettere in bilancio un fondo di 50 mila euro da destinare alla famiglie in graduatorie per poter stipulare nuovi contratti.

Promessa non mantenuta da tempo e per questo non è stato sufficiente l’intervento dell’Assessore Sebastiano Pino, che comunque è riuscito ad ottenere un appuntamento per domani con i vertici economici, sociali e amministrativi della Giunta (il Segretario Le Donne, il Vicesindaco Guido Signorino e l’assessore Nino Mantineo), a convincere il sindacato dell’Unione Inquilini e le famiglie a togliere il gazebo.

Rispetto ai livelli di tensione, minacce e violenze a cui siamo stati abituati in questi recenti periodi, la protesta di oggi è stata caratterizzata dalla serenità e dalla simpatia. E seppure il disagio sociale era reale e concreto, lo scorrazzare dei numerosi bambini, la presenza variopinta di giovani e famiglie hanno trasformato la protesta in una richiesta d’incontro con l’amministrazione per trovare una soluzione.

Forse sono stati i segni neri che ha lasciato il famoso e costoso tappeto rosso della celebrazione del 60esimo della conferenza di Messina, in evidente contrasto con il gazebo verde della protesta, che hanno spinto i consiglieri comunali Luigi Sturniolo e Nina Lo Presti a mettere l’accento sull’opportunità delle ingenti spese (circa 56.mila euro) affrontate dalla Giunta per rispettare il rigido protocollo imposto da 4 giorni di celebrazione e attaccare nel contempo il Sindaco Renato Accorinti proprio sul protocollo che lo vorrebbe vedere, spesso e volentieri, in giacca e cravatta.

“Bisogna vedere come fai le spese, dichiara Luigi Sturniolo. Se li fai per i protocolli, allora i protocolli vanno rispettati sempre o non vanno applicati mai. E’ facile fare l’irriverente (delle etichette e del protocollo) quando sei fuori e fare quello che sta alle regole quando sei qui. Se poi sei veramente attento al protocollo allora dovresti essere attento anche agli impegni che prendi con i soggetti sociali. In questo caso sia per il 2013 che per 2014 avevi indicato, anche in conferenza stampa, che avresti messo in bilancio 50.mila euro per le morosità incolpevoli.”

Lo segue sulla stessa strada anche Nina Lo Presti. “Se il protocollo non bisogna seguirlo allora non bisogna seguirlo mai. Non capisco perché le regole non debbano esistere solo per Renato Accorinti quando si deve mettere in giacca e cravatta, mentre qui si è fatto tutto in pompa magna per la celebrazione. E’ evidente che il denaro spesso in questo modo poteva essere risparmiato oppure la spesa di 56.mila euro poteva essere usata per questi morosi”.

Ma la giornata ha avuto anche delle note di colore come quando Clelia Marano, la nota ex esperta di Renato Accorinti, conosciuta da tutti i frequentatori di Palazzo Zanca per il grande impegno profuso nel settore dei migranti e dei servizi sociali, si è vista avvicinare da un solerte Vigile Urbano, peraltro conosciuto da tempo, che le ha richiesto i documenti per poter procedere alla sua identificazione.

Oppure quando il consigliere comunale Giuseppe Santalco, passato solo alle ultime amministrative al centrosinistra dopo una lunga carriera politica al centrodestra, si è trovato ad “arringare” contro l’amministrazione Accorinti le famiglie dei morosi e i sindacalisti della Casa Rossa. L’esperienza deve essere stata particolarmente soddisfacente se ad un certo punto, con un sorriso birichino, ha sentito il bisogno di voltarsi e fare l’occhiolino alla “Rossa” Nina Lo Presti, quasi a voler significare: vedi come sono diventato bravo anche a sinistra? Un vero e proprio sorpasso a destra… della sinistra comunale.

Pietro Giunta

 

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