“La ricorrente chiusura delle sale cinematografiche nei centri urbani non è accompagnata dalla creazione di nuove multisale e questo fa del nostro paese un caso unico in Europa”, come afferma l’Anec, l’associazione esercenti.
A Milano chiude il cinema Apollo, in Piazza Liberty, per lasciare l’immobile alla Apple. Il colosso della tecnologia si impegna a ristrutturare a proprie spese tutti i palazzi che si affacciano sulla piazza, un impegno economico che si aggira intorno al milione di euro; e a restituire al comune di Milano i 600mila euro appena spesi per migliorare la location in vista di Expo. Nulla hanno potuto le 15mila firme che sono state raccolte per impedirne la chiusura.
La Rinascente ha, invece, comprato lo spazio liberty del cinema Odeon in Piazza Duomo, a cui resterebbe dopo una ristrutturazione di 14 mesi, solo il piano basso.
Sparisce così il cinema di qualità che necessita del giusto rapporto tra film e pubblico, in una percezione quasi da club, perseguita con successo all’Apollo, e spesso ricercata anche all’Odeon.
Gli esercenti del settore, investiti dall’apertura dei multiplex e dalla proiezione digitale, hanno già patito la difficoltà di stare al passo, investendo, restaurando, aggiornando. Ma non basta e Milano sembra ad un passo dal vedere scomparire ad una ad una le sue sale cinematografiche più importanti, quasi silente ed inerme di fronte ad una perdita culturale così vasta.
Interviene con toni fermi Lionelli Cerri, amministratore delegato dell’Apollo, produttore con la milanese Lumiére, e fondatore dell’Anteo: “Abbiamo voluto e creato il cinema Apollo nel 2005, credendo fortemente in questo investimento, che non è stato solo economico: perché riversiamo ogni nostra energia, ogni giorno, per far crescere il cinema a Milano. Dobbiamo nostro malgrado subire una decisione, seppur legittima, della proprietà dell’immobile. Decisione che non possiamo cambiare essendo noi semplici gestori del cinema al 50 per cento. Riteniamo, però, che questa sia una grave perdita anche per la città. Il cinema Apollo, come dimostrato anche dalle centinaia di segnalazioni che ci sono arrivate e che continuano ad arrivarci, è un’impresa sana del tessuto economico milanese, e un punto di riferimento importante per gli spettatori”.
A (molto parziale) consolazione da poco giunge notizia che la giunta comunale milanese ha approvato il restauro e la messa in sicurezza del cinema Orchidea, chiuso da sei anni in via Tareggio 1, praticamente corso Magenta. Il cinema di proprietà del Comune si era caratterizzato per la proiezione dei più importanti film di autore. Nel 2009 per problemi di agibilità e permessi ha finito per chiudere i locali storici. Ora è stato approvato il progetto definitivo che prevede la messa in sicurezza e il restauro conservativo del palazzo. Costo dell’operazione: 1,3 milioni di euro. Adesso il Comune con questo atto può passare al progetto esecutivo. Dall’assegnazione del bando, all’avvio dei cantieri e almeno un anno di lavori, il primo spettacolo insomma non sarà proiettato prima della fine del 2017.
“Il progetto permetterà anche la riqualificazione di un edificio storico della città che da anni si trova in stato di abbandono”, come afferma l’assessore Rozza.
L’orchidea, infatti, si trova sui ruderi del Palazzo dei medici risalente al XV secolo.
Il cinema italiano conserva ed è portatore della storia, della cultura del nostro paese e le culle che lo ospitano dovrebbero essere salvaguardate. Se dunque 15mila firme non bastano, cosa serve?