Il Stupro: il crimine raccontato dall’uomo

Prima proiezione del corto cinematografico "il stupro"

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Stupro. Argomento tanto delicato quanto complesso. Trattato, discusso, rappresentato e raccontato mediaticamente, ma sempre mancante di una particolare prospettiva: quella dell’autore del crimine. E’ questo il delicato quanto azzardato obiettivo che si prefigge di raggiungere “Il stupro”, cortometraggio prodotto dalla nostra testata, che lo presenterà giorno 31 maggio presso il Palazzo della cultura, alle ore 10,30.

Da un’idea del nostro editore Placido Sturiale, regista e curatore del lavoro, “Il stupro” contiene sin da quell’articolo tanto cacofonico il fulcro della riflessione che ne è alla base.

 “Il stupro” dunque, nome provocatorio e profondamente evocativo per un progetto nato con lo scopo di dare un volto, una voce e soprattutto una storia al personaggio maschile artefice dello stupro, colmando una lacuna  importante: l’assenza del genere in letteratura cinematografica, come in quella televisiva (fatta eccezione di una breve intervista di Enzo Biagi, 1978 e delle riprese all’interno dell’Aula di Tribunale durante il famoso “processo per stupro”, 1978), tantomeno in letteratura giudiziaria o letteraria. “La voce dell’uomo stupratore è quasi sempre ignorata, a conferma del fatto che questo abuso è visto perpetuamente come un problema al femminile” spiega Dino Sturiale, da sempre profondamente coinvolto dalla tematica della violenza sulle fasce deboli: “Ho seguito per anni  udienze per stupro, come quelle scaturite dalle denunce di Anna Maria Scarfò, visionato centinaia di ore di registrazioni televisive, letto quanto pubblicato in merito da maestri giornalisti. Tutto questo non colmava il vuoto narrativo, anzi il più delle volte nemmeno lo affrontava. Processi in cui gli uomini non proferivano parola, interviste in cui la donna emergeva come colpevole. Ecco quindi l’esigenza imprescindibile di raccontare “Il stupro”, cioè dare la voce al maschio, per   comprenderne i meccanismi, l’evoluzione, i fatti”.

Un obiettivo tanto arduo quanto complesso, che ha reso necessaria la collaborazione di esperti quali psicologi, sociologi e criminologi. Tra questi, la psicanalista dott.ssa Donatella Lisciotto che, pur non potendo partecipare alla presentazione di giorno 31, tiene a sottolineare “l’aspetto multidisciplinare voluto da Sturiale nella realizzazione del “Il Stupro”. Credo che bisogna dare il giusto rilievo alla particolarità di questa iniziativa che ha voluto denunciare un tema così scottante e attuale attraverso un dialogo tra competenze diverse, che hanno tuttavia sviluppato un linguaggio comune e armonico laddove la visione delineata dalla psicoanalista si declina con quella della sociologa, con la sensibilità dello sceneggiatore, con la precisione della regia e la creatività degli attori”.

Il corto racconta dunque la storia di uno stupro, la sua fenomenologia, dalla genesi al compimento. Apparentemente, nulla di diverso dalle numerose rappresentazioni apparse in tv o al cinema. La particolarità sta però nella voce narrante: l’uomo artefice del crimine, a molti anni dall’accaduto. Un uomo che non viene virtualmente crocefisso, né accusato o giudicato. Semplicemente “raccontato”. Senza cadere nel pietismo, senza dimenticare l’efferatezza di ogni crimine analogo. Come spiega Sturiale: “In questo film ho voluto dare voce all’uomo non attraverso un impianto accusatorio e  nemmeno “assolvendolo” dall’accaduto ma, più semplicemente, ponendolo al centro del racconto da lui stesso originato”.

L’uomo in oggetto è quello che comunemente si indica come “felicemente sposato”. Vive con una moglie e una figlia 13enne: una famiglia piccolo borghese. Lui impiegato, senza particolari ambizioni, dedito alla famiglia. La sua quotidianità, fatta di rimembranze che si concretizzano in abitudini e tic nervosi, verrà sconvolta da un incontro casuale. Un incontro che gli farà ripercorrere, tra riferimenti al mito e intromissioni artistiche, la fenomenologia di un passato che non potrà mai seppellire.

Alla presentazione parteciperanno la dott.ssa Nina Santisi, la dott.ssa Maria Andaloro, il prof. Francesco Pira e la dott.ssa Simonetta Pisano.

GS Trischitta

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