L’utilizzo della rete da parte degli anziani è tema trattato sin dalle origini degli Internet studies, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Tanto che, oggi, è sempre più diffusa l’etichetta di “anziani digitali” anche nel nostro Paese, a testimonianza di come il web sia riuscito da subito a conquistare l’attenzione pure delle generazioni meno giovani.
I riscontri sono evidenti. Una ricerca commissionata da Telecom e pubblicata nel 2011, metteva in evidenza che – tra il 2005 e il 2009 – la fascia di età in cui era maggiormente aumentato l’uso di Internet, dopo quella 6-10 anni (e questo non rappresenta una sorpresa), era 60-64 anni. Il tasso di crescita di questi due coorti risultava essere sostanzialmente uguale. Solo leggermente più basso quello fatto registrare dalle persone tra i 70 e i 74 anni. Nel 2010, così, il 38,5% dei navigatori ultrasessantenni affermava di connettersi alla rete tutti i giorni. In aggiunta, erano soprattutto i 60-64enni a mostrare una propensione verso i progetti di formazione in campo informatico.
La risultanza di questa tendenza è chiara: a giugno 2014, il 15% degli utenti Internet in Italia era over 55 (dati Comcore). Tra di loro, l’86% utilizza i social network, contro una media totale dell’84%. La forbice si allarga considerevolmente quando si prendono in esame i siti di informazione: l’88% degli internauti over 55 li frequenta, ben oltre il 76% della media complessiva.
Sacche di resistenza, invece, si registrano per quanto riguarda l’adozione di smartphone. Il 55% degli internauti meno giovani ne possiede uno, contro il 70% degli utenti complessivi over 13. I servizi mobili più utilizzati riguardano la consultazione del meteo (oltre il 40%), l’utilizzo di piattaforme di messaggistica come WhatsApp (31% over 55 a fronte di una media totale del 54%) o di e-mail (33% contro il 52% del totale), la frequentazione di social network (25% contro il 46%).
Secondo la letteratura scientifica, le gratificazioni offerte dal web alle persone anziane attengono tanto a motivazioni personali (ad esempio, mantenere attive le funzioni psicologiche), quanto a motivazioni sociali (su tutte, lo sviluppo e il mantenimento di relazioni interpersonali); tanto a motivazioni intrinseche (la volontà di alimentare i processi di apprendimento), quanto a motivazioni estrinseche (essere al passo con i tempi).
Di contro, i maggiori ostacoli sono rappresentati dal costo della tecnologia, da difficoltà nell’uso degli strumenti, da mancanza di motivazioni e assenza di supporto sociale.
Ciò che colpisce, in termini di sintesi, è paradossalmente la normalità di questo quadro, eterogeneo al pari di tutte le analisi che riguardano, in generale, gli utenti del web. Le peculiarità presentate dagli “anziani digitali”, in sostanza, sono poche e questo ci rivela una piena integrazione all’interno della comunità della rete. Con pregi e difetti, vizi e virtù di tutti gli internauti.
Marco Centorrino
Docente di Sociologia dei Processi culturali e comunicativi
Università degli Studi di Messina