La casa Comunale e’ di tutti, anche degli sfollati

Anche al Comune di Messina esiste un pezzo di corridoio, che potremmo paragonare al transatlantico di Montecitorio, dove passano e ripassano i nostri politici locali. S’incontrano, confabulano e progettano, quando se lo ricordano legiferano e fanno interrogazioni. Consiglieri di quartiere e comunali , ogni tanto Senatori e Onorevoli nazionali o regionali, sindaci e commissari, esperti e consulenti. Tutti hanno “strascicato” i loro piedi su quei 50 metri che dalle stanze del gabinetto del sindaco o del commissario portano sino alla sala del Consiglio comunale ed è con questo andare ciondolante e dinoccolante che li vedi intenti a proiettare i loro interessi, anche politici, sulla città.

Solo in questo modo, cioè con una visione limitata al proprio orticello o al massimo al proprio elettorato, si può spiegare l’incredibile mancanza di risposte alle istanze dei cittadini. E pure se posso spiegarmelo non riesco ad accettarlo.

Non posso più sopportare di vedere quella decina di pacchetti di plastica, contenente solo qualche coperta per la notte, che da giorni ormai sono allocati in bella fila sotto una delle panche che da anni sono posizionate nel transatlantico comunale.  Pochi pacchi che rappresentano il destino e le poche cose delle due o tre famiglie che, sgombrate e allontanate come reietti dal complesso Zancle e abbandonate a se stesse, pernottano da diverse notti nella sede Comunale, dove si lavano quando possono, ovviamente non si possono cambiare e mangiano con l’aiuto di pochi caritatevoli.

Quello che veramente fa male è l’indifferenza che tutti indistintamente dimostrano di avere. Ne ho sentite di tutti i colori, da quelli che si chiedono del perché il Comune dovrebbe provvedere a risolvere il problema,  “Se io non riesco a pagare il mutuo della casa non è che pretendo di venire a dormire al comune”,  a quelli che sprezzanti dicono: hanno occupato le case assegnate ad altri ed ora che vogliono.

Quello che manca è quel senso d’umanità che ci dovrebbe portare ad essere solidali con gli altri. Non pretendo la soluzione, quella compete a chi per il transatlantico  strascica i piedi, ma il rispetto e la capacità di essere partecipi. Di comprendere che un domani, ove fossi tu ad avere bisogno, un sorriso e una carezza allevierebbero il peso delle tua croce.

Ma dopo le belle ed inutili parole viene la rabbia e ti domandi come può essere che non ci sono soluzioni. Di chi è la colpa? Per la colpa di chi stanno pagando bambini piccoli e ragazzini adolescenti? Chi non ha fatto il suo dovere?

E la rabbia continua in modo esponenziale se pensi che nello stesso giorno avvengono due cose: una ragazzina di 13 anni legge su una balaustra della scalinata di marmo di Palazzo Zanca e candidamente ti dice che teme che la polizia possa portare via sua madre, che protesta per avere un posto dove andare; in quegli stessi minuti, arriva la famosa e attesa nota della Corte di Conti sul bilancio Comunale che, nel confermare  le criticità economiche dell’Ente, chiede conto e ragione di €. 303.017,68 per pagamenti ai dipendenti comunali non rientranti nel principio di tassatività (non dovuti ?), di €. 420.670,30 per “pagamenti diversi (?)” – con tanto di punto interrogativo – e di ulteriori  1.280.000,00 per anticipazioni di cassa. 

Due facce della stessa medaglia e dei fatti, sia pure tra loro differenti, che ci fanno percepire come nella sostanza qualche ragione di protesta, nei confronti di chi dovrebbe dare risposte, questi sfollati c’è l’hanno.

Pietro Giunta