La preghiera all’Assunta della Vara: Maria libera Messina dal pizzo e dalla mafia.

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NON UCCIDERE! Non può l’uomo, qualsiasi, qualsiasi umana agglomerazione, MAFIA, non può cambiare e calpestare questo diritto santissimo di Dio. Questo popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, che dà la vita non può vivere sempre sotto pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte. Qui ci vuole la civiltà della vita! Nel nome di questo Cristo crocifisso e risorto, di questo Cristo che è via, verità e vita. Lo dico ai responsabili: CONVERTITEVI, UN GIORNO VERRA’ IL GIUDIZIO DI DIO”. (Papa Giovanni Paolo II, 1993).

Chi più chi meno ha detto la sua, in merito alla vicenda delle minacce che alcuni componenti del comitato Vara hanno fatto ai ragazzi del comitato “Addiopizzo”.  La vicenda è nota: mentre alcuni ragazzi effettuavano un volantinaggio nei pressi di Piazza Castronovo venivano fatti oggetto di pesanti intimidazioni. La loro colpa è stata quella di aver usato un immagine dell’Assunta e della machina che da oltre 500 anni l’innalza al cielo con la scritta “ Maria libera Messina dal pizzo e dalla mafia”. Quello che non si riesce a comprendere è l’equivoco e colpevole atteggiamento tenuto delle Autorità Politiche e Religiose della città.  Il Sig. Sindaco, che di solito non perde un occasione per farsi pubblicità,  è rimasto in un silenzioso riserbo che mi pare il frutto di una attenta valutazione preelettorale tra il dire una parola a favore dei 5 ragazzi di “Addiopizzo” e contro la mafia, o inimicarsi i componenti del Comitato Vara e del grande serbatoio di voti delle zone di Giostra e Santa  Lucia sopra Contesse. Zone queste rappresentate in seno al Comitato Vara da alcuni componenti e da cui provengono la massima parte dei tiratori. Senza voler colpevolizzare i cittadini delle due zone di Messina o i componenti del Comitato Vara, non si può sottacere come le cronache giudiziarie abbiano da tempo sottolineato la rilevanza pizzo/mafiosa che i rioni di Giostra e Santa  Lucia sopra Contesse hanno.
Se il Sindaco non parla, l’Assessore Caroniti non tace. “  Sono convinto che tutto sia nato da un equivoco e che quanti si sono ribellati al volantinaggio (Assessore si chiamano minacce e intimidazioni,  non ribellione, è sono un reato penale) lo abbiano fatto per l’accostamento tra vara e la mafia… perché la festa dell’Assunta è festa di redenzione e legalità” . Già le menti più attente (Saro Visigato) hanno fatto notare all’Assessore che l’uso del termine redenzione nella vicenda che ci occupa è ancora più equivoco del silenzio del Sindaco.  Infatti, caro Assessore, non si comprende a) chi deve redimersi, tra i suoi ribelli e i ragazzi di Addiopizzo ? e b) se la redenzione, che presuppone l’atto peccaminoso e la richiesta di perdono, debba essere riferita a chi ha predisposto un volantino e accostato la vara alla mafia ?Lo stesso atteggiamento di chi è abituato a non prendere posizioni nette e chiare lo ha tenuto anche Sua Eminenza, l’arcivescovo Calogero La Piana: “Auspichiamo un chiarimento e sollecitiamo ….la promozione di legalità e giustizia” . Certo non possiamo pretendere che l’arcivescovo di Messina assumesse una posizione netta e chiara come quella presa da Giovanni Paolo II nel 93,  ma che fosse capace di dire: “Questo popolo siciliano, talmente attaccato alla vita, che dà la vita non può vivere sempre sotto pressione di una civiltà contraria, civiltà della morte”, questo lo pretendiamo. Questo lo pretende tutta la città di Messina dalla sua più alta autorità religiosa. Senza se e senza ma.
Quello che è mancato nel discorso di Sua Eminenza l’arcivescovo è una seria catechesi dell’antimafia, una presa di posizione chiara è inequivocabile contro la Mafia. Una presa di posizione che non consenta al Mafioso di avvalersi di santini e altarini per giustificare i suoi peccati (uccidere, rubare, chiedere il pizzo, fare l’usuraio ecc.), o che non gli consenta di considerare legittimo organizzare summit mafiosi nei luoghi d’aggregazione della fede popolare. Si pensi al recente summit della ndrangheta alla Madonna Nera della Montagna di Polsi. Non si pretendeva molto dall’arcivescovo, gli si chiedeva solo di ripetere quello che la Chiesa ha sempre detto a qualsiasi peccatore, anche al Mafioso. “Mafioso convertiti e cambia vita, perché se la misericordia di Dio cancella il tuo peccato, la tua colpa rimane e le porte dell’inferno per te sono sempre aperte.”
Infine, per non rimanere indietro e per salire sul carro mediatico che la vicenda ha generato, tutte le forze politiche cittadine si sono affrettate a rilasciare dichiarazioni di varia natura e genere. Da quelle piene di retorica, a quelle piene di una presunta e sdegnosa indignazione, fino ad arrivare alla condanna senza alcun “infingimento”.  Allo stesso modo gli organi di stampa, i giornalisti e i vari opinionisti,  bravi solo quando non sono chiamati a decidere in prima persona  o a prendere chiare posizioni di campo, si sono limitati a riportate i fatti e le varie dichiarazioni delle forze politiche.
Nessuno, delle Autorità Politiche e Religiose della città, che abbia detto che quel volantino era nel giusto, che non offende la Vara o la Religione e soprattutto che è una preghiera rivolta all’Assunta. Nessuno che abbia detto che è una preghiera contro la mafia e il pizzo che affliggono la città di Messina.  Nessuno che abbia sottolineato come centinaia o migliaia di volte i Messinesi siano stati costretti a recitarla per trovare conforto davanti alle richieste di pizzo o contro la mentalità mafiosa e la Mafia che quotidianamente vediamo nelle strade cittadine.
Sig. Arcivescovo è ancora in tempo, prenda una posizione netta contro la mafia, l’assuma come preghiera che nel giorno dell’Assunta i Messinesi possono gridare insieme al famoso  Viva Maria. In definitiva, “Maria libera Messina dal pizzo e dalla Mafia” non è una provocazione, è una preghiera equivalente al Padre Nostro: “Padre nostro che sei nei cieli… liberaci dal male”
Pietro Giunta.
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