La tradizione del rigatone

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Ci sono momenti in cui un’opinione detta in momenti poco opportuni assume contorni al di fuori delle proprie aspettative: Guido Barilla ne ha avuto prova esprimendo i propri pareri in un’intervista a Radio 24 che toccava diversi argomenti, tra cui anche quello della pubblicità anche della sua azienda di famiglia. Opinioni, per carità; lungi da noi dire al presidente della Barilla come promuovere i propri prodotti. A patto che lui faccia la stessa cosa di cui accusa Laura Boldrini, ovvero evitare di mettere pubblicamente bocca nei campi che non sono di sua competenza. Perché, se è vero come è vero che l’attuale Presidente della Camera dei deputati non è un guru della pubblicità, è altrettanto innegabile che dopo l’intervista rilasciata alla Zanzara di Giuseppe Cruciani, è lui il primo che “danneggia sé stesso” — accusa lanciata, in modo abbastanza esplicito, alla stessa Presidente Boldrini. Un fiume in piena su molteplici argomenti dei quali non ci risulta abbia alcun PhD nel curriculum (sociologia e giurisprudenza su tutti), con un occhio di riguardo verso la cattiva politica che si inserisce nei contesti privati (dopotutto la tradizione vuole che sia la donna a servire a tavola il marito che porta il pane a casa) ma che, per alcuni aspetti, è troppo sotto l’occhio del ciclone (ché Berlusconi, in effetti, è un grande comunicatore — ma ci torniamo dopo).

Andiamo con ordine, però: Laura Boldrini, Presidente della Camera dei deputati, ha un lodevole punto fisso ed è risaputo. Laura Boldrini, a volte a torto, a volte a ragione, ha rilasciato numerose dichiarazioni atte a difendere il ruolo della donna nella società. Dichiarazioni contro Miss Italia tra le altre, che avevano messo d’accordo tanti; ma, occhio!, la polemica è sempre dietro l’angolo, quando ci si schiera contro le tradizioni. Nacquero anche per le dichiarazioni contro Miss Italia, si sono ripetute subito dopo le affermazioni contro gli stereotipi che i media propongono negli spot pubblicitari. Perché il padre e il figlio sono seduti a tavola ed è la madre a servire loro la colazione, il pranzo, la cena? Perché non il contrario? Sebbene a primo sguardo magari non sembra grave, il problema sollevato dalla Presidente ha un suo perché — ma non è compito nostro dire se questa dichiarazione sia giusta o meno, se chi ha commentato ridacchiando abbia visto il dito o scorto la luna: ci limitiamo a prendere atto di un’opinione supportata, innegabilmente, da un impegno sul campo costante.

Andiamo avanti: Guido Maria Barilla ospite telefonico di Giuseppe Cruciani, alla Zanzara di Radio 24. Intervista a tutto campo, in cui capiamo, qualora ne sentissimo il minimo bisogno, che il senso della tradizione molto spesso è un qualcosa di squisitamente soggettivo, e che il metterlo in mezzo per giustificare una posizione personale, a mo’ di paravento dalle critiche, regge poco. Perché, anche prendendo come assioma che la famiglia tradizionale sia composta da uomo+donna, è anche vero che dalle sue parole emerge come un condannato che nei fatti ricatta il Parlamento italiano sia più adatto a fare da testimonial rispetto una famiglia composta da due incensurati il cui problema è quello di avere un orientamento sessuale diverso da quello di Guido Barilla. In poche parole: Berlusconi è un grande comunicatore e può fare pubblicità (oltretutto è perseguitato, troppa attenzione sui suoi casi — anche se “forse ha fatto cose che poteva evitare di fare“, benché comunque ribadisce che “non conosce i fatti“, quando viene interrogato sulle motivazioni che hanno portato alla condanna dell’ex premier); un omosessuale no. A prescindere dalle sue doti di comunicatore.

Comunque, sia chiarissimo: Barilla, addentrandosi in tematiche che lui stesso definisce lontane dal mondo della pubblicità, dice di non avere niente contro le coppie omosessuali, concedendogli addirittura di poter stare insieme in un moto emotivo di grandi proporzioni, purché “facciano quello che vogliono senza infastidire gli altri” — ma rispettando comunque il matrimonio gay. Il matrimonio, eh, non le adozioni, perché quelle riguardano altre persone -nella fattispecie i figli- e perché, ne assumiamo facilmente dalle sue parole, mancherebbe nel progetto la donna, che è al centro della famiglia classica (il target cui fa riferimento l’azienda Barilla), attorno alla quale si costruisce la vita della famiglia stessa. Tutto questo pur mantenendo il rispetto per gli omosessuali, sia sempre chiaro questo concetto: Barilla lo puntualizza più volte, per evitare che le sue parole possano essere fraintese. Non che ce ne fosse bisogno: in questa contorta ottica dove ciò che è tradizionale va bene e ciò che non risponde a certi canoni di classicità invece può essere messo da parte senza troppi rancori manca la componente fondamentale perché due gay possano essere riconosciuti come famiglia; ha evidentemente meno storia l’unione omosessuale, che affonda le radici nella preistoria piuttosto che l’unione tra uomo e donna, dalle radici ben più solide, di cui troviamo le prime testimonianza già nella Genesi. Spiegatelo ai molti che, da quando l’intervista è diventata pubblica, hanno invaso i social network al grido di #BoicottaBarilla (e forse anche per questo Barilla stesso ha corretto il tiro, dicendo per l’ennesima volta come non intendesse offendere nessuno, ma non modificando alcunché delle dichiarazioni rilasciate).

La tradizione altro non è che un frutto di esperienze, ed essendo il mondo soggetto a cambiamenti continui è nell’ordine delle cose un mutamento dinamico anche di ciò che noi riteniamo comunemente essere tradizionale. L’unico intralcio perché questi mutamenti ci siano davvero (e siano accettati) anche nella nostra cultura sono le menti che rifiutano tutto ciò che non gradiscono per mero gusto personale, etichettandolo come un problema che riguarda una fantomatica perdita di valori, dimenticandosi spesso troppo facilmente come il mondo non sia (per fortuna!) statico. Altrimenti, senza mutamenti basati su esperienze, non potremmo mangiare al giorno d’oggi un piatto di rigatoni.

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