Mala tempora currunt per la Giunta Accorinti

Mala tempora currunt per il Sindaco di Messina Renato Accorinti e la sua Giunta. Al centro di una polemica che l’ha visto protagonista in ben due video che girano per Internet, Accorinti è risuscito a farsi un altro e più forte nemico, la stampa cittadina. In un primo momento era tutta la stampa locale sul banco degli imputati, in un secondo momento e dopo l’intervento del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Sicilia è diventata una certa stampa.

Il risultato non cambia. Fior fiore di professionisti, di giornalisti con anni di esperienza e professionalità sono diventati per Renato Accorinti “alcuni che fanno finta di fare i giornalisti e che invece sono al soldo e al servizio…di quello che scrivono nei nostri confronti: radical chic e altre cose. Con parte della stampa prostituta peggio di come si diceva una volta per la chiesa”.

Impressiona la veemenza con la quale il Sindaco di Messina, il pacifista Renato Accorinti, accusa la stampa di voler mettere i bastoni alla sua opera politica di cambiamento culturale della città. Non vi è dubbio, in questo senso, che egli veda il proprio ruolo come quello di un risanatore dei costumi cittadini. Come il buon padre di famiglia a cui la città ha dato con il voto il compito di risanare i conti e incidere sul cambiamento culturale dei Messinesi.

Ovviamente non è compito nostro difendere il Sindaco o la categoria a cui sia pure da poco appartengo. Non è compito nostro precisare che il diritto di critica alle istituzione e alle figure da esse rappresentate è il pilastro della libertà di pensiero sancito dalla Costituzione. Diventa, invece, un nostro diritto di elettori o semplicemente di cittadini di Messina pretendere spiegazioni e chiarezza.

Vogliamo sapere chi sono costoro che mettono i bastoni nelle ruote, che impediscono il cambiamento, che non vogliono capire. Questa chiarezza è dovuta a fronte dell’impegno che con il pagamento delle tasse locali al massimo tutti stanno mettendo per risanare questa città. Questa chiarezza è dovuta a fronte di piano di riequilibrio decennale di lacrime e sangue che la città ha approvato ed a cui non fanno bene le accuse generiche che da due e più settimane circolano sul web. E’ dovuta a fronte di Assessori che parlano di articoli falsi e poi non traggono le dovute conseguenze procedendo con gli atti conseguenziali o di Assessori che parlano di stampa locale mediocre.  E’ arrivato il momento di assumersi le proprie responsabilità, di fare nome e cognomi.

In questo clima di tensione con gli organi di stampa, che diciamolo francamente non serve a nessuno e lascia il tempo che trova, si stanno perdendo di vista argomenti e temi importanti per la città. Dalla dichiarazione di dissesto che ancora pende come una spada di Damocle sulla città, alla richiesta di sfiducia nei confronti di Renato Accorinti da parte del Consiglio Comunale che, dopo la Sentenza del CGA che ha eliminato definitivamente l’ex candidato a Sindaco della città, Felice Calabrò, dai giochi politici, ha preso il posto principale negli argomenti istituzionali che accompagneranno la città sino a Giugno.

Il primo a parlare di sfiducia è stato il capogruppo del PD Paolo David che in una famosa conferenza stampa ha dichiarato di parlare a nome del Gruppo Consiliare, per poi fare clamorosamente macia indietro e dichiarare che la sua era una valutazione personale dopo che alcuni consiglieri, tra cui Santi Zuccarello e Donatella Sindoni, hanno visto con un certo mal di pancia le sue esternalizzazioni.

Lo stesso mal di pancia che ha avuto il gruppo PD dei Renziani, quando hanno visto nella stessa conferenza stampa Felice Calabrò con a sinistra la Presidente del Consiglio Emila Barile e a destra il capogruppo del PD, tutti di AreaDem. Felice Calabrò non ha un ruolo istituzionale, dichiara Alessandro Russo, già presidente di quartiere cittadino e attuale esponente della linea Renziana del PD, solo che qualcuno in Consiglio Comunale intende conferirgli questo ruolo. Abbiamo già sollevato il problema al Segretario Provinciale Basilio Ridolfi e al comitato provinciale affinché non si verifichi più che un qualsiasi tesserato, più o meno rilevante o presuntivamente rilevante per formazione professionale o per ex candidature, possa parlare a nome del Partito Democratico senza indicazioni del comitato. Noi pensiamo da anni che qualcuno del Pd dovrebbe essere rottamato ma non soltanto qualcuno ma anche alcune pratiche andrebbero rottamate, per cui alcune volte si tenta di essere accomodanti sino al limite del consociativismo, la mancanza di trasparenza nella conduzione della macchina amministrativa del partito. In altri termini le pratiche del partito democratico che si basano ancora sul concetto dell’uomo solo al potere che chiaramente oggi più non è pensabile.

Obiettivamente il dubbio che Felice Calabrò parlasse per il tutto il PD cittadino è venuto, tanto che la stessa Barile ha ritenuto dover precisare che la presenza in Consiglio comunale di Calabrò era equivalente a quella di un semplice tesserato PD, mentre per Paolo David poteva essere paragonata a quella di un esperto a titolo gratuito del PD.

Ma non è solo il PD che parla di sfiducia alla Giunta Accorinti anche i Democratici Riformisti attraverso il capogruppo Regionale del partito, l’On. Giuseppe Picciolo, hanno voluto precisare qualcosa ad Accorinti.

Noi siamo a favore della città piuttosto che a favore della Giunta Accorinti e i nostri consiglieri hanno votato con coscienza i provvedimenti che erano per il bene delle città di Messina. E’ chiaro che non assisteremo allo scempio che verrà fatto per salvare la città o a quell’arrampicarsi sugli specchi per evitare il dissesto. Se la valutazione della situazione è oggettiva e i conti economici saranno reali, allora ha un senso fare questa battaglia a favore del piano di rientro. In caso di dissesto e come conseguenza diretta a giugno 2015 chiederemo la sfiducia di Accorinti.

Noi contrariamente al PD abbiamo parlato di sfiducia alla Giunta Accorinti in Consiglio Comunale e non sulla carta stampata. Ed abbiamo detto che se si verifica questo (il dissesto) in automatico chiederemo la sfiducia anche in considerazione della circostanza che la Giunta e alcuni Consiglieri, che per due anni ci hanno lasciato in sospeso, hanno aggravato una situazione già agonizzante.

In ultimo e stante l’atmosfera di deriva istituzionale-politica che circola in città anche il portavoce di cambiamo Messina dal Basso, il movimento che ha portato Renato Accorinti alla sindacatura di Messina, Federico Alagna, ha ammesso che superati certi limiti invalicabili che attualmente non sono in discussione (per esempio aderire alla proposta di costruzione del ponte sullo stretto, idea che da un paio di mesi ha ripreso a circolare, o vendere i beni comuni), anche loro chiederebbero la sfiducia del Sindaco di Messina.

  Pietro Giunta