Messina, verso le amministrative e con l’incognita “rosa”

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Inizia la corsa per le Comunali. Il 9 e 10 giugno prossimi i messinesi saranno chiamati a rinnovare il Consiglio comunale ed eleggere la nuova amministrazione dopo la parentesi commissariale. In precedenza, le dimissioni del sindaco Giuseppe Buzzanca (Pdl), tra le polemiche per la ricandidatura all’Assemblea Regionale Siciliana e la fine del rapporto politico l’Udc.

Da giovedì 25 aprile, infatti, come da regolamento (45mo giorno precedente la data del voto) sono stati affissi i manifesti per la convocazione dei comizi elettorali, dando avvio ufficialmente alla campagna elettorale. Dal 10 al 15 maggio, poi, sarà possibile la presentazione delle candidature alla segreteria del comune per il Consiglio comunale e delle collegate candidature a Sindaco oltre a quelle per l’elezione del presidente delle sei Municipalità e dei rispettivi Consigli circoscrizionali.

Ultime sedute consiliari, la macchina della politica è già in moto da settimane e le segreterie politiche si dovranno confrontare con la nuova legge elettorale, approvata di recente dal Parlamento siciliano. L’approvazione di questa legge  tende a riequilibrare l’accesso alle cariche elettive e segue quella approvata dal Governo nazionale lo scorso anno con la legge 215/2012 che ha disciplinato la doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative e regionali. Una norma rimasta però sulla carta, dato che non è stata recepita da nessuna Regione, ad eccezione del Consiglio regionale della Campania.

Nel frattempo, con l’approvazione della legge sull’abolizione delle Province, le prossime amministrative attireranno su Palazzo Zanca le attenzioni di quanti erano già pronti per concorrere a un seggio nel vicino Palazzo dei Leoni, sede della Provincia Regionale di Messina.

Fogli e griglie con sfilze di candidati da inserire nelle liste. L’entourage dei partiti si sta misurando con un dispositivo che obbliga nei fatti a dare spazio al gentil sesso. Una legge elettorale che oltre a ridurre il peso dei seggi disponibili, diventa importante baluardo delle pari opportunità offrendo concretamente l’occasione all’universo femminile di poter ottenere in tandem buoni risultati in termini di rappresentanza. E’ questo il nodo di fondo: alle prossime amministrative si sperimenteranno matrimoni politici senza precedenti, tranne quello delle “parlamentarie” organizzate su tutto il territorio nazionale dal Pd.

Al quartiere come al Consiglio Comunale, si sperimenteranno alleanze di sorta e non è detto che gli ‘sposalizi’ riescano tutti. I più ironici parlano di “poligamia politica”, ovvero il disegno di taluni candidati di “apparentarsi” con più candidati dell’altro sesso. Non è detto che a farlo siano solo gli uomini, i più intimoriti da un voto di genere che li penalizza qualora non intercettassero i voti propri e sommarli a quelli delle colleghe di partito percepite come più fresche dall’elettorato. L’aumento della presenza di consigliere donna rappresenta un valore aggiunto per una competizione spesso molto limitata a “ pacchetti di voti” strutturati e trasversali ma l’evidente effetto traino da parte di un candidato forte sarà in motli casi decisivo, a prescindere dal reale peso e dalle competenze di quest’ultima. Una legge che suggerisce la doppia preferenza non imponendola ma che nei fatti obbliga i candidati a soluzioni multiple, secondo l’operazione dell’affiancare ad un candidato più candidati dell’altro sesso: un uomo e tre donne o come molte associazioni femminili stanno provando a fare, invertendo i fattori della moltiplicazione e perché no, anche sostenendo un candidato femminile con più candidati maschili (rivoluzione!).

La coalizione di centrosinistra potrebbe contare su un consenso del 36-40% (dato riferito alle percentuali delle scorse politiche nel capoluogo peloritano). Ovviamente il computo dei consensi alle amministrative sovverte ogni pronostico per la capillarità della campagna elettorale e il peso delle preferenze.

Il Pd in città è notevolmente attrezzato rispetto al dato provinciale o regionale. I Democratici ottengono importanti risultati proprio per il peso del proprio leader indiscusso Francantonio Genovese, deputato rieletto alla Camera dei Deputati alla sua seconda legislatura, la cui componente nel partito assomiglia ad un ‘monolite’ capace di spostare consensi a cinque cifre. Fa scuola il risultato del deputato regionale di riferimento, il cognato dell’ex sindaco di Messina Francesco Rinaldi che, nel collegio provinciale, ottiene alle scorse regionale la cifra stupefacente di oltre 18.000 preferenze (rispetto ad un dato misurato nel 50% di siciliani che non si sono recati alle urne), preferenze che il partito ha riportato in dote alle ‘parlamentarie’ di fine dicembre permettendo l’accesso in posizioni utili dell’ex segretario regionale del Pd e – per effetto trascinamento – della neo eletta deputata Maria Grazia Gullo.

A dare forza alle aspirazione dei ‘genovesiani’, gli ‘Scudocrociati’ che in queste ore festeggiano ancora – non senza il compiacimento di tutta la città – la nomina dell’on. Gianpiero D’Alia al rango di Ministro per la Funzione pubblica e la Semplificazione nel nuovo Governo Pd-Pdl-Scelta Civica (primo messinese a sedersi in un Consiglio dei Ministri dopo vent’otto anni) e che ora guardano a consolidare l’alleanza con il Partito Democratico e il candidato di coalizione scelto con le primarie del 14 aprile scorso, il consigliere uscente Pd Felice Calabrò. Calabrò, classe 1972, potrà contare sull’ampia alleanza che raccoglie il centrosinistra tradizionale composto dallo stesso Pd, dall’Unione di Centro che probabilmente piazzerà il vicesindaco magari con la delega al bilancio (da qui indiscrezioni vorrebbero il nome del consigliere uscente Giuseppe Melazzo e già presidente della commissione Bilancio al Comune, protagonista in consiglio comunale per le battaglie sui bilanci discutibili di Palazzo Zanca), ‘Il Megafono’-Lista Crocetta, con innesti ex autonomisti, il neo gruppo formato all’Assemblea regionale dei Democratici Riformisti per la Sicilia dei deputati regionali Giuseppe Picciolo (ex Mpa-Partito dei Siciliani) e Marcello Greco (eletto al Parlamento siciliano nelle liste del Governatore Crocetta) i socialisti, i ‘lomontiani’, i Progressisti democratici e Sel.

Centrodestra in affanno per le divisioni tra ex Forza Italia, nel frattempo a riprendersi le redini del Pdl in città e a sostegno dell’on. Vincenzo Garofalo, deputato nazionale con il settore dei trasporti nel sangue, e gli ex An che si riconoscono nella candidatura di Gianfranco Scoglio.

Se non ci saranno sorprese o armistizi siglati per evitare il quasi certo ballottaggio, si replicherà a distanza di quasi vent’anni (correva l’anno 1994 quando la nascente Forza Italia sostenne da sola lo sconfitto al ballottaggio Angelo Carmona) alla divisione tra ex forzisti e ex An, che portò alla sindaca tura dell’Avv. Franco Providenti. Occorre aggiungere che gli ex An erano già stati esclusi dalle liste alle scorse politiche, quando nei fatti il Popolo della Libertà aveva messo alla porta Mimmo Nania e lo stesso primo cittadino Buzzanca, quest’ultimo tranciato anche nella corsa a Palazzo dei Normanni.  A dare voce al dissenso della componente già missina, quindi l’ex assessore della Giunta Buzzanca, Gianfranco Scoglio che con il cartello “Nuova Alleanza” proverà, non senza sorprese, a pesare il consenso del candidato Pdl.

Ai nastri di partenza, ad oggi i candidati sindaco sono:

Felice Calabrò del Partito Democratico, avvocato nel settore civile, nel maggio del 2003 inzia la sua esperienza politica con l’elezione a Consigliere di Quartiere dell’allora IV Circoscrizione, per proseguire nel novembre 2005 con l’elezione al Consiglio Comunale, all’interno del quale ho assunto la carica di capogruppo della lista  “Genovese Sindaco”.Componente della direzione provinciale del partito “La Margherita” e dell’assemblea Regionale del Partito Democratico; tutt’oggi riveste la carica di componente della Commissione Finanza Locale dell’ANCI.

Vincenzo Garofalo, deputato nazionale per il Popolo della Libertà, ingegnere, coordinatore e tra i fondatori di Forza Italia a Messina, già  Presidente dell’Iacp- istituto autonomo case popolari di Messina dal 1995 al 1998 e dal 1999 al 2003; dal 1996 al 2003 ricopre ruoli dirigenziali in Federcasa- associazione che rappresenta tutti gli enti pubblici che si occupano in Italia dell’edilizia residenziale pubblica, di cui ne diventa anche Presidente del Cda; Presidente dell’Autorità portuale di Messina dal 2003 al 2007; Vice Presidente dell’Assoporti- l’associazione che riunisce i porti italiani- dal 2004 al 2007.

Gianfranco Scoglio, candidato sindaco di Nuova Alleanza, tra i primi a sfilarsi dalla gestione Buzzanca ed oggi a recuperare un rapporto definito necessario e strategico contro l’opa forzista sul centrodestra messinese. A suo vantaggio un bagaglio nell’amministrazione che lo ha visto dal 1994 in poi Consigliere comunale, Assessore ai lavori pubblici city manager e da ultimo di Assessore allo sviluppo economico. Porta tra i suoi punti programmatici quello che prevedeva il Piano Strategico Messina 2020, libro d’oro di una città che doveva trasformarsi in metropoli efficiente a traino dei benefici ottenuti qualora fosse stato realizzato il Ponte sullo Stretto, battaglia storica del centrodestra (unito) degli ultimi anni.

Maria Cristina Saija, 32 anni, laurea in comunicazione sociale, candidata Cinque Stelle, prima dei non eletti all’Assemblea Regionale Siciliana dietro la collega-cittadino Valentina Zafarana, oggi deputato regionale. Già nel 2008,  candidata alle elezioni regionali con la lista “Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano presidente”. La Saija rientra in Italia nel 2003 dopo un periodo di studio e lavoro all’estero, tra Spagna ed Inghilterra, da qui la sua conoscenza poliglotta e delle altre culture. Dal desiderio di rientrare in Sicilia, nasce l’opportunità di lavorare nel settore turistico-crocieristico, assolvendo in tal modo, sin da allora – si legge nel suo curriculum – al gap culturale-storico passato verso le meraviglie turistiche della mia Terra.

Fabio Mazzeo, Capo ufficio stampa alla Camera per il Pdl, residente a Roma da diversi anni che potrebbe decidere di candidarsi con Viva Messina Viva (lista civica).

Renato Accorinti, pacifista e convinto no pontista che, mai come questa volta, sembrerebbe riscuotere consensi da parte dell’opinione pubblica, convinta del necessario cambio di rotta da dare alla città dello Stretto dopo l’ennesimo commissariamento.

Alessandro Tinaglia, architetto, di Reset Messina, il movimento politico di professionisti con il pallino della “Città possibile”, primi tra tutti a parlare di amministrative due anni orsono. E’ di questi giorni l’ipotesi che Reset stabilisca un’alleanza elettorale con il gruppo a sostegno di Accorinti.

Sergio Indelicato, nato a Messina nel 1964,editore, con un trascorso in Parmalat, infine, candidato con la lista Autonomisti per Messina.

Ad oggi queste le probabili liste che si presenteranno alla città:

Popolo della Libertà,

Partito Democratico,

Unione di Centro-Italia,

Il Megafono – Lista Crocetta,

Democratici riformisti per la Sicilia,

Progressisti Democratici,

VentodelloStretto,

Centro Democratico,

SiAmo Messina,

Reset-Sindaco

La Destra

Fratelli d’Italia

Con Felice Sindaco

Movimento Cinque Stelle

Renato Accorinti Sindaco

Autonomisti per Messina con Indelicato Sindaco

Nuova Alleanza – La Coccinella

Viva Messina Viva

Lista Minutoli

Messina Scelta Primaria che in queste ore ha tradotto il proprio simbolo in una Farfalla

In queste ore si registrano raccolte firme parallele alle coalizioni che aggiungeranno altre liste civiche e di supporti ai candidati di cui sopra.

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