44 i siti italiani più inquinati elencati nel ‘rapporto del ministero della Salute’. Si tratta di luoghi spesso ad alta densità abitativa e sacrificati agli accordi tra le Regioni, lo Stato e le aziende. Tipologie di impianti non a norma e che mettono a rischio la salute di interi comprensori. (corsivo)
Da nord a sud, sono 44 le aree del Paese inquinate e classificate sopra ogni vincolo normativo, con una popolazione di 6 milioni di persone esposte a rischio di malattie mortali.Nello specifico sono state documentate l’incidenza di malattie neoplastiche non indifferenti, malattie respiratorie, malattie circolatorie, malattie neurologiche, malattie renali. Popoff è in grado di darvi la lista completa dei siti a rischio e la lista di malattie che gli abitanti devono temere. Tutto documentato ma poco preso sul serio, almeno in quei posti dove la popolazione è costretta ad inadempienze e reiterazione di reati ambientali che fuggono alle burocrazie delle ispezioni, dei prelievi e dei monitoraggi. Consulenze pagate con i soldi dei cittadini ma di cui resta qualche ritaglio di giornale.
Mentre le Regioni hanno da tempo definito le modalità d’intervento – ciascuna con leggi regionali o accordi di programma con il Ministero della Salute, riconoscendo anche la necessità di potenziare l’aspetto della prevenzione e della diagnosi precoce oncologica su tutto il proprio territorio – resta in genere alle Asl rendere efficaci gli interventi di prevenzione e diagnosi precoce individuati.
Dei 44 siti presi in esame, in Sicilia sono elencati i comuni di Milazzo (Messina), Biancavilla (Catania), Priolo (Siracusa) e Gela (Caltanissetta), con i rispettivi comprensori. Proprio sui comuni di Milazzo, Pace del Mela e San Filippo del Mela il Decreto di perimetrazione del SIN (Siti di Bonifica di Interessa nazionale) elenca la presenza delle seguenti tipologie di impianti: impianti per la produzione di apparecchiature elettriche, una raffineria, un impianto siderurgico e una centrale elettrica. Leggendo il rapporto, risulta, fra gli uomini, un eccesso per le malattie dell’apparato genitourinario e un difetto per le patologie dell’apparato respiratorio. Tra le donne si osserva un difetto per tutte le cause, per le malattie dell’apparato digerente e del sistema circolatorio. Per i sottogruppi di classe di età 0-1 e 0-14 risulta in eccesso la mortalità nel primo anno di vita per alcune condizioni morbose di origine perinatale. Un recente studio – continuiamo a leggere nel documento – di coorte occupazionale sugli ex lavoratori di una industria di manufatti in cemento-amianto nel Comune di San Filippo del Mela ha analizzato la mortalità per cause asbesto-correlate e l’incidenza del mesotelioma. Pur con dei limiti, dovuti principalmente alla mancanza dei libri-matricola, e quindi all’impossibilità di ricostruire gli anni-persona a rischio, l’indagine ha evidenziato un eccesso dell’incidenza di mesotelioma ed eccessi di mortalità per tumore maligno della pleura, del polmone e per pneumoconiosi.
La vasta zona attorno alla città di Milazzo, va detto, è stata classificata IT19A6 in conseguenza del superamento dei valori limite di PM 10 emesse dalla Raffineria e che tutta la fascia tirrenica che va da Villafranca Tirrena al golfo di Patti è sottoposta ad inquinamento ambientale a causa della Centrale elettrica di S. Filippo del Mela, delle Acciaierie di Pace del Mela e delle industrie che trattano materiali i cui gas sono altamente inquinanti per la popolazione.
Negli anni la cittadinanza e le associazioni di tutto il comprensorio hanno continuamente manifestato contro l’emergenza ambientale rappresentata da fenomeni allarmanti quali la presenza di odori molesti, nubi tossiche, emissioni di fumo in eccesso dai camini della Raffineria, nonché da inquinamento elettromagnetico a causa della Centrale Termoelettrica Edipower di San Filippo del Mela e in conseguenza del raddoppio dell’elettrodotto.
Anche l’Arpa Sicilia aveva certificato in precedenza come gli inconvenienti lamentati hanno origine da emissioni non adeguatamente controllate della Raffineria di Milazzo, dati rilanciati anche dal primo rapporto dell’Osservatorio epidemiologico della Regione Siciliana sullo stato di salute della popolazione residente nelle aree ad elevato rischio di crisi ambientale e nei siti di interesse nazionale della Sicilia.
In Italia l’impatto sulla salute dei siti inquinati è stato oggetto di indagini epidemiologiche di tipo geografico nelle aree a rischio del territorio nazionale e di singole Regioni, quale ad esempio la Sardegna. Oltre a studi epidemiologici, nel nostro Paese è stata svolta una riflessione metodologica sul tema dello stato di salute delle popolazioni residenti nei siti inquinati (Rapporto Istisan 07/50).
L’interesse scientifico e istituzionale al tema suddetto è testimoniato dal finanziamento, nell’ambito del Programma Strategico Ambiente e Salute (Ministero della Salute – Ricerca Finalizzata 2006 ex art. 12 D.Lgs. 502/1992) del Progetto SENTIERI (Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti Esposti a Rischio da Inquinamento). Il Progetto, iniziato nel 2007, comprende l’analisi della mortalità dei residenti in 44 dei 57 SIN (quelli per i quali l’analisi della mortalità a livello comunale è stata valutata appropriata). Parte integrante del Progetto è la valutazione dell’evidenza epidemiologica dell’associazione causale tra specifiche cause di morte ed esposizioni ambientali pubblicata nel 2010.