Molte persone si stanno accorgendo solo ora, quando vanno ad acquistare una lampada a incandescenza da 100w, che qualcosa è cambiata nei loro acquisti: non le trovano più in commercio e in cambio gli sono offerte quelle cosiddette a “basso consumo”. Già dal 1°settembre 2009, infatti, in base alla direttiva europea 2005/32/Ce, sono state messe al bando le lampadine a incandescenza con potenza superiore a 80 W e in seguito quelle da 65 W e così via entro il 2012 tutte le altre, ma in Italia (nazione stranamente virtuosa – nota 1) entro il 2011. Questo perché a detta dei legislatori e degli esperti, le lampade a incandescenza consumano troppa energia in cambio della poca luce che danno, e quindi sono causa di produzione di CO2, mentre quelle a “risparmio” energetico, consumando menoenergia a parità di luce, permettono alle centrali elettriche di produrre meno CO2.
Niente da obiettare sul fatto che queste lampade consumano meno energia, ma attenzione: non fanno risparmiare, ma consumano solo di meno, e fra le due definizioni c’è una bella differenza e proverò a dimostrarvelo, inoltre se anche permettessero la diminuzione del CO2 bisogna prima provare che non emettano a loro volta altre sostanze magari più dannose.
• Intanto è risaputo che per produrre queste lampade le industrie consumano più energia che per costruire quelle a incandescenza, e qualcuno ci deve convincere che alla minore richiesta di energiadalle suddette lampade, i produttori di elettricità faranno funzionare meno le centrali rinunciando a un guadagno sicuro;
• poi c’è il grande problema dello smaltimento, perché queste lampade proprio innocue non sono. Infatti, contengono sostanze come il mercurio (nota 2), il fosforo, l’argon, e circuiti elettronici. E quante lampade pensate che andranno negli appositi contenitori, ad oggi quasi inesistenti, e quante nel secchio di casa? Pensate fra dieci anni quando milioni di lampadine gettate nelle discariche avranno fatto fuoriuscire tutti i loro veleni, quanto costerà bonificare i suoli e quante sostanze tossiche invece avremo ingerito e respirato? Dovete sapere che per legge anche i tubi al neon non possono essere gettati nei normali rifiuti, ma risulta a qualcuno di voi di aver mai riconsegnato un tubo al neon al negoziante dove lo avevate comprato?
• il calcolo della durata, che è propagandato come molte volte maggiore delle lampade aincandescenza, è fatto sull’ipotesi di un’accensione o spegnimento ogni otto ore. La durata di questelampade è inversamente proporzionale al numero delle volte che si accende o spegne. E in un uso casalingo quest’operazione si fa ogni volta che si entra o esce da una stanza.
Sommando questi punti, è probabile che il risparmio si ridurrà a ben poco o niente, o addirittura il costo sarà maggiore se includiamo anche quelli dell’inquinamento e della sanità. E ora parliamo della sanità:
• un altro punto importante è quello della qualità della luce. Entro il 2011 ci dimenticheremo della bella luce calda delle vecchie lampadine e staremo tutti immersi in quella fredda e biancastra, da ospedale, delle lampade a basso consumo e “ad alto inquinamento”. La qualità di cui parlo non è solo quella che agisce sul nostro umore, ma anche del fattore fisico della vista. I giovani non sanno che dopo i cinquanta anni circa, subentrando la presbiopia, iniziano anche ad affacciarsi patologie quali la cataratta, il distacco del vitreo e assottigliamento della retina. Questo tipo di luce fredda comporta veri e propri fastidi visivi, e quindi a mio avviso è illegale la scomparsa totale dal mercato delle più sanelampade ad incandescenza. Queste cose non possono essere imposte ma devono dipendere dalla scelta di ognuno di noi. Invece, quando le scelte cadono dall’alto allora il sospetto d’interessi di parte è alto.
• non secondario è il fatto che queste lampade emettono radiazioni ultraviolette e onde elettromagnetiche, per questo se ne sconsiglia un uso troppo ravvicinato, e pertanto qualcuno deve dirci cosa mettiamo nelle lampade da tavolo o da comodino se quelle ad incandescenza sono state messe al bando.
Nel frattempo, dato per scontato che gli interessi che stanno dietro a molte finte innovazioni tecnologiche, ce ne imporranno l’uso a discapito della salute delle persone, (la storia insegna), non ci rimane che sperare in un rapido miglioramento della luce a led che non riscalda e non produce raggi ultravioletti, oltre al fatto che non contiene mercurio.
Nota 1: dal novembre 2007 chi acquista una lampada a “basso consumo” paga oltre al puro costo della lampada e l’IVA, anche 22 centesimi di tassa per il suo smaltimento, in virtù dell’alto inquinamento dei prodotti contenuti nel bulbo, ma dei contenitori nessuna traccia.
Nota 2: nel 2009 sono stati messi al bando i termometri al mercurio, sostanza pericolosa e molto inquinante, però si sta iniziando un grande uso di questa sostanza per produrre lampadine! Ma non sarà che alle industrie delle lampade serve il mercurio dei termometri? Con il mercurio contenuto in un termometro (circa 500mg) si fanno ben 100 lampade.