Le dichiarazioni per certi versi scioccanti di un Consigliere Comunale del PD, danno una luce nuova alle recenti conferenze stampa indette da ben quattro differenti gruppi politici del Consiglio Comunale di Messina. Le conferenze, indette nella prima settimana di Luglio dai Consiglieri Comunali dei Democratici di Sinistra da una parte e dai Consiglieri Comunali di Felice per Messina, del PD e dei Progressisti Democratici dall’altra, erano tutte incentrate sulle presunte pecche del Bilancio Consuntivo 2013. Bilancio che invece, a detta della Giunta Comunale è il primo dopo anni di passivo che può vantare un attivo di cassa di 6,5 milioni di euro.
“Franco Mondello, Elvira Amata, Mario Rizzo, Triscritta, Giovanna Grifò, Pietro Iannello e altri (Burrascano) non vogliono votare il consuntivo 2013. Sono indagati e allora per la “reiterazione” del reato…vedi che stanno pensando… la reiterazione del reato…quindi…tu lo sapevi già che il bilancio 2009 che tu hai votato era messo in piedi in quella maniera e presumibilmente anche questo (consuntivo 2013) …dove dovresti essere così bravo, attento, oculato e verificare che questo è un bilancio serio…ok e allora reiterazione del reato…ti taccunu subito”.
Il riferimento alla reiterazione del reato fatta del Consigliere del PD è connessa alla recente inchiesta della magistratura che ha visto Indagate 73 persone, tra cui l’ex sindaco di centrodestra Giuseppe Buzzanca, ex amministratori, consiglieri comunali, funzionari e revisori dei conti di Palazzo Zanca, accusati a vario titolo di falso ideologico e abuso d’ufficio. Tutto nasce dai bilanci approvati tra il 2009 ed il 2012 dove il Comune di Messina era ad un passo dal default ma pur tuttavia ci si è guardati bene dal dichiararlo . Per la Procura, invece, si doveva dichiarare il dissesto perché il bilancio 2009, tra gli altri , era “ideologicamente falso” avendo tra le voci previsioni di entrata inverosimili e omissione di vario genere. Analogo discorso per i bilanci 2010,2011 e 2012 che, tutti approvati dalla Giunta Comunale e dal Consiglio Comunale, avrebbero concretizzato il reato d’abuso d’ufficio per la presunta ma allo stesso tempo “cosciente e consapevole” aggravarsi della situazione debitoria della Casse Comunali e contestuale aggravio delle tasse per i cittadini.
E’ chiaro che pure essendo atti dovuti quelli della Procura, il vaglio di un Giudice diventa essenziale per dividere quantomeno l’agire politico da quello tecnico all’interno del procedimento d’approvazione dei Bilanci Comunali, in caso contrario ¾ dei Consigli Comunali dell’intera Italia dovrebbero essere indagati per le stesse ipotesi di reato. Un altro aspetto poco attenzionato è che per molti indagati sarà quasi impossibile provarne in udienza la colpevolezza, avendo per lo più espresso un voto “politico” vicino alla Giunta Buzzanca. Con il concreto rischio che vengano accollate al Comune di Messina anche le spese legali della loro difesa, riconosciute in automatico in caso di assoluzione con formula piena perché il fatto non sussiste.
Ciò non toglie nulla alla gravità delle dichiarazioni del Consigliere del PD e per le quali sarebbero questi i veri motivi che hanno spinto diversi i gruppi consiliari a mettere le mani avanti e davanti ad un Consuntivo 2013 che ancora tecnicamente deve essere incardinato per la discussione in Consiglio Comunale e per cui ancora non vi è il parere dei revisori dei conti.
Per i Democratici Riformisti si sono mossi ben due On. Ragionali, Marcello Greco già ex Assessore e come tale coinvolto nell’inchiesta e Giuseppe (Bebbe) Picciolo, per presentarsi in conferenza stampa con tutti i Consiglieri Comunali capitanati da un altro ex Assessore indagato, la consigliera Elvira Amata e voler dire alla città: “ I DR attaccano la Giunta: nessuna programmazione, i DR sul bilancio: “fuori le carte”, vedasi i vari titoli dei quotidiani che hanno ripreso la vicenda e che sono disponibili sulla pagina FB del gruppo consiliare…la conferenza si chiudeva con le parole della Consigliera Elvira Amata, che preannunciava il voto contrario del gruppo consigliare sul Bilancio Consuntivo 2013 in caso di mancata risposta della Giunta sulla reale situazione economica del Comune.
Analogo discorso si è verificato il 4 luglio, il giorno dopo il tragico incidente mortale sul lavoro che ha visto la morte di Antonino Tomasello operaio della Messinambiente , dove oggetto dell’indetta conferenza stampa era proprio il costo del servizio d’igiene ambientale della Messinambiente nel periodo Gennaio –Giugno 2014. In quell’occasione, ben tre gruppi consiliari analizzavano preoccupati il “bilancio della partecipata” sottolineando come vi fosse un trend nei conti tale da raddoppiare i costi rispetto al 2013 ed ipotizzando di portare i libri contabili in Tribunale per la nomina di un Commissario e contestuale liquidazione della Società. E’ stata anche l’occasione per Paolo David, il Capogruppo del PD, per dichiarare come la mancanza di chiarezza sui costi delle partecipate avrebbe portato il PD ad astenersi durante la votazione del Consuntivo 2013. Analoga domanda si rivolgeva al capogruppo di Felice per Messina, Giuseppe Santalco, il quale rispondeva: “faremo esattamente come ha detto il capogruppo del PD”.
E’ chiaro che se fosse vero l’assunto della reiterazione del reato, significherebbe che la maggioranza dei nostri Consiglieri Comunali non sarebbero più liberi di votare in piena coscienza e consapevolezza. E tralasciando gli aspetti tecnici o giuridici della vicenda è sufficiente il “timore” per coartare la coscienza e la volontà di un politico e la libera espressione del suo voto.
Le dichiarazioni del Consigliere del PD, che hanno dato una nova luce sull’agire polittico di molti consiglieri comunali e mettono l’accento su una certa “preventiva” paura istituzionale nella Magistratura, nascono in occasione di una verifica che si è voluta portare avanti sulla dichiarazione in conferenza stampa di Paolo David, quella cioè di parlare come capogruppo e a nome di tutti i consiglieri del PD. Ed invero, non è la prima volta che escono comunicati stampa firmati da Paolo David n.q. di capogruppo del PD: così è stato per la posizione del PD sul registro delle Unioni civili, per la querelle dei Tir in città ed altre. Tralasciando i distinguo e i controcomunicati che molti consiglieri sono stati costretti a fare, in quest’occasione dobbiamo riportare la dichiarazione contrarie di Santi Zuccarello: “hai capito male”; quella di Nicola Cucinotta: “ prima di decidere, io devo vederlo il Consuntivo 2013” e quella di Benedetto Vaccarino: “la deve finire di parlare a nome del gruppo e per inciso a proposito dei TIR in città, pur comprendendo le ragioni dell’Impresa io sono contrario al passaggio dei TIR di giorno”.
“La verità è che me ne voglio andare a casa” ci confessa Paolo David alla fine dell’incontro chiarificatore sulle sue dichiarazioni in conferenza stampa.
Ed invero, il suo desiderio potrebbe anche realizzarsi. Infatti, se passa la linea della “paura” di votare il bilancio consuntivo 2013 per il timore della scure della Magistratura, il rischio della nomina di un commissario che si sostituisca al Consiglio Comunale diventa reale e allo steso tempo diventa reale anche la sanzione dello scioglimento del Consiglio Comunale. Tutto questo alla luce di una recente riforma della materia che ha equiparato l’ipotesi di mancata approvazione del bilancio preventivo dei comuni a quella della mancata approvazione della rendicontazione annuale e del bilancio consuntivo.
Sul dissesto invece i giochi sono ancora aperti e la palla passa alla Giunta Comunale che deve ancora predisporre ed approntare il piano di riequilibrio decennale.
Pietro Giunta
Il Conto consuntivo comprende a) il conto del bilancio, cioè la dimostrazione della situazione di cassa, del risultato di amministrazione (avanzo-pareggio-disavanzo di amministrazione). Al conto del bilancio devono essere allegate la tabella dei parametri di riscontro della situazione di deficitarietà strutturale e la tabella dei parametri gestionali con andamento triennale. Dette tabelle vanno allegate al certificato del rendiconto. b) il conto economico evidenzia i componenti positivi e negativi dell’attività dell’Ente. Comprende gli accertamenti e gli impegni del conto del bilancio. c) il conto del patrimonio evidenzia i risultati della gestione patrimoniale. Deve riassumere la consistenza del patrimonio all’inizio dell’esercizio, le variazioni in più o in meno intervenute nel corso dell’esercizio finanziario, la consistenza finale alla fine dell’esercizio. Per potere approvare, senza patemi d’animo, il conto consuntivo è necessario verificare, da parte dei Consiglieri comunali: a) la relazione della Giunta; b) la relazione dei Revisori dei conti, della quale il Consiglio deve “motivatamente” tenere conto, in sede di assunzione della deliberazione sul rendiconto; c) l’elenco dei residui attivi e passivi, distinti per anno di provenienza. In merito si ricorda che, ai sensi degli artt. 189 e 190 del D.Lgs. 267/2000 devono essere mantenute nei residui le somme effettivamente ancora da riscuotere o pagare, cioè le somme accertate e non riscosse entro il termine dell’esercizio, considerando entrate accertate quelle per le quali esista un titolo giuridico che ha costituito il Comune creditore della relativa entrata. Tutti gli altri vanno eliminati. Per quanto attiene invece i residui passivi, si deve provvedere alle operazioni di riaccertamento degli stessi, consistente nella revisione della loro sussistenza, cioè accertamento se il debito, giuridicamente perfezionato, sia ancora dovuto o non siano già maturati i termini di prescrizione. Se il Consiglio Comunale, immotivatamente, non approva il conto consuntivo interverrà l’Assessore regionale alle Autonomie, che previa diffida, invia un Commissario ad acta per la stesura ed approvazione del rendiconto. Non è previsto, per legge, lo scioglimento del Consiglio comunale per la mancata approvazione del conto consuntivo.
RISPOSTA
LA MANCATA APPROVAZIONE NEI TERMINI DEL RENDICONTO DI GESTIONE
E’ introdotto, a cura della lett. l) del comma 1 più volte richiamato, il comma 2-bis all’articolo 227 del TUEL, relativo al rendiconto della gestione, stabilendo che la mancata approvazione del suddetto rendiconto entro il termine previsto dalla norma comporta l’attivazione della procedura di scioglimento dell’organo consiliare inadempiente, e l’attribuzione al Prefetto (Assessore Regionale in Sicilia) dei poteri sostitutivi e propulsivi, già previsti per la mancata approvazione del bilancio di previsione. (Le Disposizioni per gli Enti Locali contenute nel Decreto Legge 174/12 meglio conosciuto come salva Comuni – applicabile anche in Sicilia per quei comuni come Messina che devono predisporre un piano di riequilibrio pluriennale. )