La finanziaria regionale e i debiti della Sicilia hanno un colpevole. I disabili gravissimi a cui la Regione ha riconosciuto un emolumento per aiutare le famiglie. E’ questo il senso delle parole del Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che per giustificare i buchi nella finanziaria ha dichiarato davanti ai deputati dell’ARS: Lo scorso anno abbiamo dovuto inventare il capitolo di spesa dei disabili gravissimi. E’ colpa del Governo Musumeci se gli uffici dicono che in Sicilia ci sono 12 mila disabili gravissimi? E’ colpa del Governo Musumeci se per assistere questi disabili servono 220 milioni di euro? Se non ci fossero stati disabili gravissimi, le (loro) famiglie non avrebbero ricevuto un colpo in fronte e noi avremmo potuto mettere qualche decina di milioni in qualche altro settore.
Le parole di Musumeci sono esecrabili e inaccettabili prima di tutto nei confronti delle famiglie dei disabili gravissimi e solo poi nei confronti dei disabili. Chiamare “un colpo in fronte” l’esistenza di un disabile gravissimo è un insulto ai rapporti d’affetto che legano uomini e donne, giovani e vecchi, parenti e volontari. E’ un’ingiuria che offende l’anima e il cuore profondo della nostra società e della nostra cultura. Per assurdo, queste parole risvegliano il sentimento di tutti noi davanti alla vicenda del piccolo Alfle. Anche lui un disabile gravissimo inglese, morto da poche ore e al centro di una storia che ha commosso il mondo. Una burocrazia ospedaliera che dietro un’analisi di costi e benefici decide di staccare la spina della macchina che avrebbe dovuto mantenerlo in vita, due genitori che non considerando il loro piccolo bambino “un colpo in fronte” combattono sino al suo ultimo respiro. Di fronte al mondo intero e al di là di qualsiasi ragione si sostituiscono alle macchine e il respiro per una notte lo forniscono loro ad Alfle. Un bocca a bocca, un respiro e una sola famiglia, la forza di un amore che ha costretto i giudici e i dottori Inglesi a rimettere le macchine.
Certo non si può pretendere che il Presidente della Regione conosca la storia di Alfle, ma quella dei due fratelli tetraplegici Siciliani che hanno costretto il suo predecessore Rosaria Crocetta ha istituire il capitolo di spesa di cui oggi si lamenta, la dovrebbe conoscere. Deve aver visto i video della trasmissione le Jene che riprendono uno dei fratelli costretto a fare i suoi bisogni in una bottiglietta di plastica mentre attendono vanamente e per ore l’assessore che avrebbe dovuto dargli delle risposte.
Dovrebbe sapere che i disabili gravissimi di cui parla sono persone che non riescono a prendere un bicchiere d’acqua da sole, che sono allettate e unite alle macchine di sopravvivenza, che anche loro come Alfle hanno un solo respiro e una sola famiglia, una sola comunità o una sola rete sociale e poco importa che sia Inglese o Siciliana. Ma forse come rappresentante delle Istituzioni quello che dovrebbe conoscere meglio è il nostro Sistema Sanitario Nazionale, lo stesso sistema che avrebbero voluto i genitori di Alfle. Un sistema che in Sicilia non ha bisogno di 220 milioni per sperperare miliardi, pieno com’è di cliniche private che campano con gli esami di laboratorio non necessari e rimborsati dalla Regione, di posti letto il cui costo fornisce entrate sicure e per questo al centro di lotte o risse.
E pur conoscendo tutto questo, per il Presidente Musumeci la colpa è dei 12 mila disabili gravissimi e del loro costo sociale di 220 milioni di euro. A rispondere al Presidente è la stessa associazione dei disabili gravissimi, #Siamo handicappati no cretini, che lo scorso anno insieme a Pif protestarono davanti alla Regione Siciliana.
Una risposta che richiamando il passato politico di destra di Musumeci, sottolinea come oggi davanti ad un’analisi costi benefici che abbia al centro l’uomo non si possa fare a meno dell’uomo stesso. L’alternativa sarebbe l’annichilimento della società giuridica moderna e un ritorno al Medioevo e alla bestia… umana.
“Ci scusi se abbiamo la colpa di esistere e se siamo così numerosi. Ma non siamo disposti ad accettare ‘soluzioni finali’.
@PG