“Apprezziamo che nei giorni scorsi l’Italia abbia consentito lo sbarco di bambini, donne incinte e altre persone vulnerabili. Resta tuttavia di urgenza inderogabile che tutte le persone a bordo, in particolare i minorenni e le altre persone vulnerabili, possano toccare terra in un porto sicuro nel minor tempo possibile e che alle valutazioni politiche venga anteposta la tutela della vita e dell’incolumità degli esseri umani.”
Questo il messaggio che oltre 40 organizzazioni impegnate per la tutela dei diritti dei minorenni e di rifugiati e migranti hanno firmato ed inviato al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiedendo ancora una volta un porto sicuro per tutte le persone a bordo della Sea Watch 3.
Dopo il respingimento da parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo del ricorso presentato da Carola Rackete, comandante della Sea Watch, e dai 42 migranti a bordo, col quale si chiedeva lo sbarco in Italia, e mentre il ministro dell’Interno Matteo Salvini esulta ribadendo il suo “porti chiusi ai trafficanti di esseri umani e ai loro complici”, c’è chi mantiene toni decisamente più consoni alla difficile situazione e tenta una strada differente appellandosi ad un nuovo interlocutore, il Presidente Giuseppe Conte.

Come si legge nel comunicato pubblicato anche sul sito di Save the Children “I firmatari chiedono che l’Italia adempia ai suoi doveri di solidarietà, assistenza e accoglienza, così come previsto dalla Costituzione Italianaedal diritto internazionale, e che insieme agli altri Stati coinvolti si portino a termine le operazioni di soccorso con l’approdo in un porto sicuro di tutte le persone a bordo.”
“Chiediamo al Presidente Conte di ricorrere alle sue responsabilità per fare sì che le operazione di sbarco possano essere condotte nelle prossime ore, assicurando l’opportuna immediata presa in carico dei minorenni ancora a bordo e di tutte le altre persone bisognose di cure e supporto.”
Nel frattempo sulle pagine social della Sea Watch spunta la foto della comandante Rackete con un messaggio chiaro “Sono responsabile per i 42 salvati in mare e non ce la fanno più, le loro vite sono più importanti di qualsiasi gioco politico”, intervistata da Repubblica, il Capitano Rackete si è dichiarata pronta a ad entrare in acque italiane, consegnare la nave e pagare la multa prevista dal decreto sicurezza bis pur di portare in salvo tutte le persone a bordo.

La lettera è stata firmata da:
- A buon diritto
- ACP – Associazione Culturale Pediatri
- Amnesty International Italia
- ANFAA – Associazione
- Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
- ANPEF – Associazione nazionale dei pedagogisti familiari
- Arci
- ASGI
- Associazione Antigone
- Associazione Antonia Vita – Carrobiolo
- Associazione “A Roma, Insieme – Leda Colombini”
- Associazione La Rosa Roja Onlus
- Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
- Associazione 21 Luglio Onlus
- CAMMINO – Camera Italiana avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni
- Casa dei diritti sociali – FOCUS
- Centro Astalli
- CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
- CINI – Coordinamento Italiano NGO Internazionali
- CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati
- CISMAI – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia
- Cittadinanzattiva
- CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
- Coordinamento Genitori Democratici – CGD
- EDI Onlus
- Emergency
- FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
- Fondazione L’Albero della Vita
- Fondazione Mission Bambini
- Fondazione Roberto Franceschi Onlus
- INTERSOS
- l’abilità Onlus
- La Gabbianella e altri animali Onlus
- L’altro diritto Onlus
- MAMI – Movimento Allattamento Materno Italiano OdV
- Médecins du Monde – Missione Italia
- Medici per i Diritti Umani
- Medici Senza Frontiere
- Oxfam
- Salesiani per il Sociale APS
- Save The Children Italia
- SAO – Saveria Antiochia Osservatorio Antimafia
- Senzaconfine
- SOS Villaggi dei Bambini
- Terre des Hommes