Stato generale

Nel l’infinito del torbido della vita, i pensieri vanno in direzioni varie perché scontenti della realtà e della prospettiva di essa. La vita, che da punto focale, invariabilmente, diventa un problema per qualunque essere. La realtà é vaga, indefinita, é in realtà un buco enorme dove ci dovrebbe essere una cosa tangibile, non permette un appiglio perché non solida. La realtà prende la tinta delle nuvole d’inverno, si copre della sua stessa vergogna, rimane fredda, impersonale, e nessuno, o quasi più, si riflette in lei. Laddove l’umanità si é persa si ritrova la società. Abbiamo delegato le nostre responsabilità fidandoci della società. La moneta della società é il malessere perché la struttura iniqua sbilancia il peso della umanità. Ciò che siamo oggi definisce il fallimento stesso del nostro sistema, le differenze abissali tra uomini dello stesso stampo sono incomprensibili ed abissali. Tra chi possiede miliardi e chi non riesce a mangiare, in mezzo, ci sono gli uomini, zitti e complici. Siamo tutti immersi in un modo o nell’altro nel mondo, e questo ci fa nuotare in acque rosso sangue. Anche chi non sa nuotare rimane a galla per la densità del sangue, e continua ad osservare senza tentar l’unica cosa che conosce dalla nascita. L’iniquità. La migrazione comincia con il dolore, non esisterebbe se tutti gli uomini sulla terra potessero mangiare, ma é un uso, un abitudine che nemmeno la religione é riuscita a scacciare e con cui quindi si é alleata. Il demonio non ha corna, ma cappelli lisci o crespi, occhi a palla o a fessura, carta d’identità Uomo. Il paradiso é dannato e San Pietro si é convertito all’islam. I demoni di passività hanno una vita davanti a loro, e quel paradiso della vita a loro prospettato, mai arrivato, scorre sotto i ponti della depressione. La recessione economica non traina quella della mente che colpevole impunita si auto flagella senza sosta o sceglie la via più comoda della nebbia delle droghe e dell’alcool. Il vecchio nero vive della pioggia, il vecchio bianco della pensione, di loro due, il più interessato all’ecosistema non ha mezzi per far smettere lo scempio. L’incerta indecisione nasce dalla incertezza stessa del sistema. La non presenza di appigli sul futuro non prospetta altro che un deserti piatto, piano, triste. Gli uomini sono in cordoglio, il convoglio é sempre più disteso. La città come contenitori di corpi ma non come struttura adatta a noi, in quanto spiriti ed anime libere. La costrizione non può essere parte della felicità. Chi siamo noi, macellai di professione travestiti sotto le vesti di professionisti o di operai, piagnucolanti nell’uccidere ma felici di assaggiare le carni sempre da noi martoriate. La consapevolezza é il primo passo verso la conoscenza che porta ad essere nell’impossibilita di essere passivo. Attivo, fautore di cambiamento voglio essere, supereroe, ma sono un essere miserabile perché di una razza miserabile. Nello stesso modo in cui accetto che un Uomo possa lasciare ad un suo erede la sua fortuna, accettiamo che le barbarie e la crudeltà che hanno caratterizzato i nostri antenati possano essere valori accettabili. Implicitamente, le differenze che fanno breccia al concetto di umanità che dovrebbe essere l’unico, diventano la ragione per cui privilegiare un proprio fratello, un proprio concittadino, un figlio. Nel nome dell’amore, si fraziona la ragione, le pedine vanno in direzioni antagoniste al progresso, le nostre menti si riempiono di tecnologia, ma non di felicità. Il tempo bramoso, va a ritroso, mangiato dalla troppa fatica. Lavorare non é uguale. Nascere é la premessa, dovrebbe rendere l’umanità intera cosciente ed equa. Nascere da diritto di vivere. Le cose importanti si son perse, quelle ben più futili, vincono la guerra che porta l’umano verso la follia. Il malessere non é una malattia, e nemmeno la depressione. E la società a necessitare di un cambiamento che parti dal concetto stesso del valore della vita anziché del denaro. Non é pazzo chi esce dal sistema, ma il sistema che continua attraverso la religione, i segni zodiacali, le culture varie, a provocare un disagio profondo da parte di chi non accetta il modello della schiavitù come il modello in cui dobbiamo vivere. I segreti non sono tali se ci sono individui a possederla, anche se pochi. La maturità del mondo si misura nella sciocchezza convinzione di poter omologare o amalgamare gli esseri umani attraverso una pratica che veda alcuni sopra di altri. Ed allora siamo giovani, molto, addirittura neonati, se vogliamo vedere il nostro di mondo. La gioventù dei paesi ricchi é spaventata, pessimista, fragile. Quella dei paesi disagiati invece é forte, speranzosa, ma privi di risorse, anche per vivere. I mondi si auto distruggono per la mancanza di equilibrio. L’amore diventa una parola troppo usata, colpevole di dolore, banalizzata, eppure, é l’unica soluzione. L’amore per se stesso, che ci spinga a fare qualcosa per essere in primis benefattori della felicità, l’amore per noi stessi che si riflette nell’amore di ognuno per se stesso e nel rispetto dell’altro. L’amore incondizionato che non sceglie in funzione della filiazione o della parentela ma in funzione del giusto. L’amore per l’amore che vuol necessariamente che ogni cosa abbia il giusto valore ed ogni vita la giusta esistenza. Chi ama la vita non può non prodigarsi per gli altri perché é consapevole che ogni sua azione salva un esistenza. Nell’azione di condividere, si é egoisti, in quello di trascendere da se stessi, si mostra l’incredibile voglia che abbiamo l’uno dell’altro. Il nostro ricercarsi continuo, i nostri abbracci virtuali mai avvenuti, i nostri sogni di un spazio aperto che abbiamo contribuito a chiudere con la nostra stessa casa sempre chiusa. Il tutto ha un senso, il peso ne é la nostra vita. La bilancia irrimediabilmente viene falsata e vivere per l’essere umano oggi vuol dire non perdere la ragione. L’Uomo ha optato per il difficile per auto-commiserarsi, le regole della società mettono l’essere umano alla prova, lo spingono all’estremo. Probabilmente una volta, l’Uomo duro era quello che viveva di più, oggi, per vivere, non c’é ne più bisogno, ma il sistema anche se mutato, rimane lo stesso nel principio base. Le armi, la guerra, esistono perché ci sono degli uomini al d sopra di altri uomini. La conseguenza dell’equità sarebbe un mondo senza invidia, quella giusto. La paura di uscire fuori dal sistema attuale é dovuta all’adesione muta del resto dell’umanità. Una parte, forzata ad entrare in un sistema non suo, giustifica col progresso la perdita di umanità, l’altra parte, possessore del benessere nel mondo, non ha assolutamente intenzione di lasciare lo scettro del potere, continuando ad affamare ed a uccidere per interessi. Il coraggio di vedere con trasparenza la poca qualità del mondo non può non indignare, e pertanto, le nostre coscienze addormentate, si svegliano con la paura di essere anch’esse abbandonate, perché senza valore. Ogni cosa va valutata in funzione della sua esistenza, il rispetto per la vita deve essere un specchio della propria vita, anche se essa é difficile, tormentata, dolorosa, rimane meravigliosa per noi, e così dobbiamo vedere il resto. Un resto diverso che parte da noi e non da chi sta in alto, una ricerca della felicità non attraverso l’inserimento della civiltà ma tramite i nostri corpi che sono l’unico modo esistente di interagire con le altre vite. Nessuna civiltà é migliore delle lare, conta solo l’Uomo, creatura con cui siamo destinati a trascorrere la nostra esistenza, di cui non dobbiamo temere, con cui, dobbiamo gioire, da cui, non possiamo permetterci di preservarci altrimenti il gusto stesso della vita sfuma nel nulla. L’Uomo é tutto, e sopratutto, é come un bambino. Cresciuto da genitori sbagliati, i bambini, spesso sbagliano, e così, si prosegue la lunga catena dello sbaglio. La paura di distruggere ciò che conosciamo nasce dall’impossibilità di immaginare ciò che non sappiamo. La debolezza stessa che nasce dall’istinto di sopravvivenza, sfruttata da uomini per mettere in rango altri uomini, porta alla paura che non ha nessuna ragione di essere oggi. L’Occidente butta, l’Africa raccoglie. In matematica, se si dividesse, non ci sarebbe bisogno di buttare. Il consumo é legge, peccato che sia sul sangue di altri. Nell’Uomo, ho trovato il sorriso e l’abbraccio, voglio credere che essi un giorno possano imporsi sul resto che tormenta la mia anima, oso sognare di un mondo migliore retto non dall’interesse ma dall’amore. Dopo i mari, gli oceani, i deserti, le foreste, ci sono sempre uomini, e sanno tutti sorridere, quando le nostre braccia son cariche di amore. Il tutto non é retto da un Dio, sarebbe troppo peso per lui, anche se creatore. Ognuno di noi é capace di decidere, come di provare paura, ma il tempo preme sulle nostre vite, e la porta della morte si avvicina con dei ricordi sempre più lontani. Ogni momenti ne vale la pena per ogni cosa vivente altrimenti sarebbe un spreco.

Ouango K Judicael