Storia di un’avanguardia

Non è vero che a Messina nulla funziona e che, come si dice con un detto popolare, “siamo più indietro della coda del porco”.

Mentre ricominciano gli sbarchi di disperati in cerca di un mondo migliore sulle coste di Lampedusa e torna prepotente il tema di come ci rapportiamo con chi non ha la nostra cultura ma vive in Italia e condivide con noi tutto – le scuole dei nostri bambini, gli ospedali, le nostre città – a Messina accade qualcosa che ci porta in vetta alle città italiane.

Per una volta, capita per qualcosa di buono e non di negativo. Ma partiamo con qualche dato: un messinese su dieci è immigrato. E otto immigrati su dieci di quelli che vivono a Messina è di religione islamica. Finora li abbiamo ignorati, e salvo l’azione lodevole di associazioni e istituzioni “illuminate” abbiamo fatto sì che si arrangiassero nella vita quotidiana.

Adesso, per un tema delicato come la salute, a Messina è avvenuta una svolta. È la prima volta in Italia che il sito di un’azienda ospedaliera viene interamente tradotto in lingua araba per facilitare la ricerca di notizie e informazioni alle persone che non parlano bene l’italiano. Comprendere termini medici in una lingua che non è la propria, infatti, non è affatto semplice.

Questo servizio, unito a quello che offre l’Unità operativa di Ginecologia con il suo ambulatorio aperto ogni mercoledì mattina senza obbligo di prenotazione – spesso non ci riflettiamo, ma anche prenotare una visita medica può essere un’azione difficoltosa per un immigrato – è l’avanguardia messinese.

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