Tinebra a La Barbera, ordini per la custodia di Scarantino

Noi Poliziotti sorvegliavamo Scarantino a Pianosa al posto della Polizia Penitenziaria: lo chiese Tinebra a La Barbera

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Noi Poliziotti sorvegliavamo Scarantino a Pianosa al posto della Polizia
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“La Barbera ci disse di non fare domande a Scarantino sulle attività investigative in corso perché lo dovevano interrogare i magistrati”, ha detto l’ispettore Giampiero Guttadauro.

Al processo sul depistaggio sulla strage di via D’Amelio, ieri hanno deposto due poliziotti Domenico Militello e Giampiero Guttadauro, del gruppo investigativo Falcone e Borsellino. 

Nel giugno del 1994 il poliziotto si recò con Arnaldo La Barbera e un collega, Domenico Militello, a Pianosa. “Partimmo da Palermo per Fiumicino – dice – e da lì andammo al posto di Polizia da dove ci accompagnarono a Pratica di mare da dove abbiamo raggiunto Pianosa. Tornammo a Palermo, all’aeroporto di Boccadifalco. Qui scendemmo e ci fu chiesto di fare la vigilanza a Scarantino”.

E poi ricorda ancora che Vincenzo Scarantino, nel periodo in cui era detenuto nel carcere di massima sicurezza di Pianosa “non si è mai lamentato di maltrattamenti in carcere”. L’ispettore Guttadauro racconta di essere stato mandato a Pianosa, carcere di massima icurezza “per fare presenza”. “La mattina arrivavo verso le 10.30-11, entravo in carcere, ci mettevano in una stanzetta, e il collega davanti alla porta della Polizia Penitenziaria – racconta – Stavo tre al massimo quattro ore. Io dovevo andare là per vedere come trattavano Scarantino se lo trattavano male. Non avevo altri ordini”.

Alla domanda del procuratore aggiunto Gabriele Paci “se c’erano disposizioni scritte” ha risposto che “non c’erano. Me le dava Arnaldo La Barbera. Poi Scarantino tornava nella cella e se aveva bisogno di qualcosa, ad esempio, di avere un panino, chiamava me.

Capisco che questo servizio poteva essere fatto dalla Polizia Penitenziaria, ma se un procuratore come Tinebra diceva a la Barbera di mandare personale a Pianosa a fare questo servizio di sicurezza in un carcere di massima sicurezza… In quelle tre o quattro ore, c’era un atrio, c’era stanzetta”.

La prossima settimana, il 15 novembre, è attesa la sentenza d’appello del processo Borsellino quater.

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