Leggendo gli articoli allarmistici sul meteo in Sicilia che girano sul web e facebook, sorge spontanea una domanda: “Dov’è l’ordine dei giornalisti?”.
Negli ultimi giorni, siti che all’apparenza sembrano di tutto rispetto, hanno fatto da padrone sui social network grazie agli esagerati toni allarmistici che hanno permesso la diffusione rapida di notizie FALSE. Facendo un breve excursus su vari blog o giornali online che utilizzano la stessa linea editoriale, se di questo si può parlare, sembrerebbe che in Italia e in particolare in Sicilia si stia accanendo chissà quale flagello.
Notizie che fanno leva sulla paura e l’impotenza dell’essere umano di fronte agli eventi naturali: cicloni, trombe d’aria, tempeste, terremoti.
La condivisione è rapida e il numero dei click cresce vertiginosamente. Lontani dalla missione dell’informazione questi siti mirano solo ad aumentare gli accessi e visualizzazioni per poter vendere i loro spazi pubblicitari con facilità.
Totale assenza morale e deontologica mina il rispetto verso il lavoro di chi fa informazione seria.
Foto di eventi naturali realmente accaduti sono riutilizzati e adattati alle nuove notizie, senza alcun rispetto verso chi quel disastro l’ha veramente vissuto, perdendo case e famigliari.
Un fenomeno dilagante quello delle notizie false, soprattutto con l’avvento dei social network, che hanno minato anche brand famosi, per fare un esempio, ricordiamo il caso Nivea o Pantene. Una foto, palesemente ritoccata con fotoshop, u
n baccello contenente i semi del fiore di Loto applicato ad hoc sulla pelle, venne utilizzata per illustrare le presunte eruzioni cutanee derivate dall’utilizzo dei prodotti di queste famose marche. In poche ore i video divennero virali impazzando su Facebook, attraverso un link che ne prometteva la visione solo dopo la condivisione sul proprio profilo. Stratagemma utilizzato da molti, ma che il più delle volte indirizza solo a siti contenenti malware di vario tipo.
Come anche le notizie sulle presunte concessioni economiche, ma non solo, da parte dello Stato ai Rom o immigrati che fanno leva sul generale malessere sociale distorcendo la realtà e fomentando focolai.
E come queste, molte altre ancora. Tutte elaborate seguendo la stessa logica: sfruttare convinzioni, malesseri, paure e credenze comuni.
Dov’è l’ordine dei giornalisti, perché non interviene sanzionando questi comportamenti?
Tra chi alla notizia sa applicare il giusto spirito critico individuandola subito come falsa o volutamente esagerata, c’è chi invece gli dà credito e le centinaia di condivisione e di blog che si cimentano in questo ne sono una dimostrazione.
Il dovere più pregnante del giornalista e caposaldo del diritto di cronaca è il dovere di verità, considerato sia dalla L. n. 69/1963 che dalla stessa Carta dei Doveri come “obbligo inderogabile”, la quale pone sempre l’accento sulla “responsabilità del giornalista verso i cittadini”.
La disinformazione è un processo che non va mai sottovalutato e questo giornale l’ha sottolineato più volte e continuerà a farlo.