Una donna su tre nel mondo subisce o ha subito violenza!

Nonostante questi dati, i governi continuano ad ignorare la realtà e a strumentalizzare la violenza maschile sulle donne per approvare leggi razziste, xenofobe, e lesive dei diritti dei/delle cittadini/e, come il pacchetto sicurezza! Così facendo le istituzioni non soltanto deviano la discussione e l’attenzione dell’opinione pubblica su temi altri che non riguardano, né risolvono il problema, ma soprattutto perpetuano un atteggiamento discriminatorio per le donne, e in questo senso commettono una violenza di eguale entità, di chi ci uccide, ci stupra, ci costringe a vestire dei ruoli che non abbiamo scelto, limitando le nostre libertà.

In altri paesi del mondo, e in effetti anche in Europa, e ovunque si siano sviluppati movimenti di donne e dibattiti sul fenomeno, da anni ormai si parla di femminicidio.
Per femminicidio si intende qualsiasi violenza sulle donne in quanto donne, e per questo essa non dipende né dal passaporto, né dalla religione, né dalla situazione economica, ma è una violenza esercitata sulle donne dagli uomini, dalla cultura dominante (che è maschile), dalla società, da istituzioni e legislazioni che sono frutto della cultura patriarcale! Trattasi della costante situazione di discriminazione a cui le donne sono sottoposte dalle famiglie ai luoghi di lavoro, dalle concrete azioni quotidiane alle limitazioni poste alla nostra libertà di scelta.
Slogan quali l’”utero è mio e lo gestisco io”, oggi guardati con un ghigno o considerati retrogradi, esprimono in poche parole concetti chiave della vita delle donne: in Italia qualsiasi dibattito politico, partitico o istituzionale sui diritti delle donne, passa automaticamente attraverso la normazione dei nostri corpi e la violazione della nostra sessualità; sul controllo dei nostri desideri e delle nostre scelte; sul mantenimento di un “decoro” imposto sulla nostra pelle da secoli di cultura maschile, una cultura che vede le donne solo come mogli e/o oggetti sessuali che DEVONO DARE all’uomo, e la cui sessualità è vista come complementare a quella maschile ( concezione da cui deriva l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia)!

A proposito delle aggressioni di stampo omofobo che hanno riempito le pagine dei giornali e che purtroppo non si esauriscono:«(…) Questo tipo di aggressioni rende più evidente il legame di necessità tra fascismo e sessismo, fascismo uno dei cui fondamenti è rappresentato dal mantenimento violento del sistema patriarcale di sottomissione di un sesso all’altro. Ma la cultura patriarcale non si esaurisce nel fascismo, sottende le relazioni tra maschi e femmine così come le ha strutturate l’eterosistema, quel sistema ideologico cioè che persegue la normazione dei generi come “complementari” l’uno all’altro, sistema che quindi non può che combattere ferocemente il lesbismo, soggettività che lega esplicitamente l’accesso maschile al corpo femminile, che rifiuta l’obbligatorietà e la naturalità dell’etero-sessualità.(…)»[1].

 

Per info: [email protected] – malefimmine.noblos.org – myspace.com/malefimmine