Una proposta di legge contro il pignoramento dei beni di sussistenza

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Dal Comune di Vittoria (RG) una proposta di legge che approda al Senato. Il testo di Iniziativa Popolare reca “Disposizioni in tema di impignorabilità della prima casa e dei beni mobili e immobili strumentali all’esercizio di imprese, arti e professioni e di riforma del sistema esattoriale”. Beppe Lumia tra i primi a sostenerlo.

Alle 16,30 in punto del 23 maggio scorso la salma del muratore Giovanni Guarisco ha lasciato la casa di via Brescia, attualmente sotto sequestro dopo i tragici fatti di 10 giorni fa, per dirigersi in piazza Senia, nella chiesa del Sacro Cuore.

Di questa vicenda resta lo scossone che ha prodotto in molte coscienze e non solo.

La storia di Guarisco, il muratore di Vittoria (Rg) che si è ucciso gettandosi addosso della benzina il giorno in cui doveva lasciare la sua casa al nuovo acquirente, è una delle storie che da mesi compongono i sottopancia dei principali tg e in taluni casi anche il palinsesto televisivo dei programmi di approfondimento pomeridiano e post-serale, che lasciano il tempo che trovano al dramma vissuto dai familiari delle vittime schiacchiate dalla presa mortale del fisco proprio sul bene più prezioso e alla base dell’esistenza di ogni individuo: la casa.

Complice il clima di incertezza sociale e le tensioni connesse ad una crisi economica, in Italia nei soli primi mesi del 2013 coloro che decidono di togliersi la vita per debiti col fisco sono nel novero di un’emergenza sociale di cui farsi carico.

Il gesto di Giovanni Guarisco è stato “un gesto drammatico e disperato, l’atto estremo che testimonia un’epoca che viene vissuta dai più come drammatica e disperata”. Così commentava il presidente della Confesercenti della provincia di Ragusa Riccardo Santamaria, esprimendo con grande amarezza solidarietà alle vittime del drammatico gesto che ha visto il muratore disoccupato di Vittoria darsi fuoco coinvolgendo nelle fiamme moglie e figlia e i soccorritori.

Nel nostro Paese il fenomeno sarebbe cresciuto del 10-15% negli ultimi due anni. Occhio del ciclone puntato sull’agenzia di riscossione Equitalia, che nei mesi scorsi ha subito l’attacco da più fronti per i metodi utilizzati nel recupero crediti. Non è un fatto ovvio se il numero uno, l’amministratore delegato Benedetto Mineo,è costretto a scrivere ai responsabili delle strutture territoriali per rafforzare “il dialogo con i cittadini” e “valutare caso per caso, persona per persona”.”Non possiamo permetterci un comportamento non adeguatamente orientato alla sensibilità”, scrive in una lettera. Equitalia prende dunque atto di “un disagio esteso, conseguenza diretta del perdurare della crisi” e l’amministratore delegato chiede a tutte le strutture di fare un lavoro capillare, tenendo conto, nel lavoro di contestazione dei debiti fiscali e di riscossione, delle situazioni in cui si trovano le persone.

Ma al dato del fisco si aggiunge spesso quello del pignoramento come soluzione – spesso irreversibile – alle inadempienze dei cittadini. La disperazione causata dalla perdita della propria casa raggiunge purtroppo la follia. Il focolare domestico è indubbio come rappresenti parte di se stessi, luoghi di sacrifici, di ricordi, di stagioni vissute ed ivi degli affetti. Il disagio generato procura un tale stato d’animo che spesso non permette di chiedere aiuto. E’ successo di recente alla coppia suicida di Civitanova Marche.

Si diceva che il caso Guarascio, come ormai viene definito, sembra aver aperto una breccia sul muro di una legislazione distratta e disincarnata in materia di riscossioni tributi, di pignoramento delle prima casa e di sfratti e pressioni psicologiche anche al limite della violenza morale. Il legislatore non può quindi passare per la solita ormai denunciata insensibilità, se non vuole essere complice di un disagio sociale evidente.

Il caso Guarascio non è stato il primo caso di disperazione estrema, ma si spera che sia l’ultimo. Il tema portante resta sempre il lavoro. Chi non ha lavoro e deve mantenere la famiglia non può essere spinto verso il precipizio come certifica l’Eures.E’ in prevalenza la mancanza del lavoro o comunque di qualche prospettiva economica la ragione del dilagare dei suicidi nel nostro Paese, che ormai ogni giorno miete vittime soprattutto tra i disoccupati e tra i cosiddetti ‘esodati’, tra coloro cioé che anche per ragioni anagrafiche nutrono meno speranze di altri di trovare un’altra occupazione. A livello territoriale, al di là delle ragioni più strettamente legate al lavoro, è il Centro-Nord a detenere il triste scettro dei casi di suicidio, con la Lombardia al primo posto. Il fenomeno dei tanti che quotidianamente compiono il gesto estremo è però riconducibile, racconta il Secondo Rapporto dell’Eures (‘Il suicidio in Italia al tempo della crisì), soprattutto alla figura maschile. Nel 2010 sono stati 362 i suicidi dei disoccupati, spiega l’Eures, superando così i 357 del 2009, che già rappresentavano una forte impennata rispetto ai 270 accertati in media nel triennio precedente.

Non si chiedono quindi forme di assistenzialismo, ma la creazione di lavoro per i giovani disoccupati e per chi il lavoro l’ha perso.

Da questa vicenda sembra però prendere forma l’impegno convinto delle categorie per ottenere dalle istituzioni i giusti provvedimenti per non lasciare nella morsa della disperazione quanti vivono posizioni debitorie nei confronti dell’agenzia delle entrate e delle concessionarie della riscossione, a partire da uno sgravio fiscale alla possibilità di posticipare scadenze.

L’Assessore alla Trasparenza del Comune di Vittoria Piero Gurrieri, ha presentato nei giorni scorsi una proposta di legge relativamente alla riscossione dei tributi e alla impignorabilità della prima casa.

Pronto il senatore Beppe Lumia che già in Senato ha chiesto la calendarizzazione dell’iter per farlo appordare in aula in tempi utili alla discussione e approvazione. Le coscienze dei parlamentari nazionali sapranno così misurarsi su un problema non più eludibile.
“Auspico,comunque – ha affermato Gurrieri – che a Lumia si aggiungano altri parlamentari, di qualsiasi colore politico, perché di una buona, realistica e innovativa legge hanno bisogno tutti i cittadini che vivono precise situazioni di disagio a prescindere dalle proprie convinzioni politiche”.

Intanto la proposta di legge (di cui si allega il testo) inviata all’ANCI, ai sindacati e alle categorie interessate, riporta in calce il dramma della famiglia Guarisco, a rappresentare qualsiasi nucleo o singolo cittadino che, soprattutto nelle regioni meridionali, spesso a basso o insussistente reddito, si trovano esposti al rischio concreto e immediato di perdere l’unico alloggio o l’unico immobile strumentale all’esercizio della propria attività agricola, artigiana o commerciale di cui possano disporre e di essere così attratti nel devastante circuito della povertà, dell’esclusione sociale e quindi della disperazione, che spesso ha portato e porta al compimento di gesti estremi. All’indirizzo della missiva anche il Parlamento italiano,i partiti politici e la Conferenza Episcopale Siciliana.

Un anno e mezzo fa, va ricordato, proprio i tre vescovi di Siracusa, Ragusa e Noto lanciarono l’allarme contro i rischi dell’indebitamento e dell’emergenza che rischia di mandare al lastrico molte aziende. Nell’aprile dello scorso anno, il nuovo appello del vescovo Paolo Urso, per i problemi della Serit.

“Il crescente disagio sociale, causato dall’emergenza lavoro – osservarono i vescovi – sta provocando l’aumento vertiginoso di richieste di aiuto anche economico da parte di tante famiglie che si rivolgono alle parrocchie e alle Caritas. E le prospettive non lasciano margini di ottimismo: sempre più aziende infatti chiudono i battenti lasciando le famiglie dei lavoratori nella disperazione”.

Alla manifestazione organizzata la settimana scorsa contro gli abusi della Serit e del sistema di “Riscossione Sicilia” indetta da Cna, Confcommercio, Federalberghi, Cgil, Ufficio di Pastorale diocesana del lavoro ci si attendeva però una forte mobilitazione ma il mondo delle imprese, le categorie produttive, i disoccupati non sembra essersi scaldato troppo, dimenticando che se le aziende chiudono significa imporverimento, recessione e crisi per tutti. Qui al sud in particolare!

letteraorganizzazioni_pdlpignoramento.pdf

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