Un’altra tragedia ha colpito la nostra penisola. Un’altra dopo i fatti recenti dello scontro fra i due treni in Puglia. Speravamo che per quest’anno le “maxi tragedie” in Italia fossero finite. E invece, il 24 agosto la Terra ha tremato e ha trascinato con sé un numero di vittime e di feriti in costante crescita. La scossa sismica ha distrutto interi paesi durante il silenzio della notte. Tante case distrutte, tante macerie, tanta disperazione, tanto sgomento, tanto dolore. Immediato l’intervento, immediati i media internazionali e immediato il cordoglio dei Capi di Stato verso “l’amico popolo italiano” come scritto da Putin. Immediati i Vigili del Fuoco, l’Esercito Italiano, la Croce Rossa Italiana, la Protezione Civile, le Forze dell’Ordine, medici e soccorsi. Immediati gli italiani, da Nord a Sud, a dare il proprio aiuto tramite qualsiasi mezzo a disposizione: sms solidali, raccolte fondi, raccolta di indumenti, di cibo e di tutto ciò che occorre in situazioni di emergenza. Immediati anche gli psicologi sui luoghi del disastro. Un passo molto importante perché in questi momenti così tragici, d’impatto improvviso, il sostegno psicologico può fungere da cuscinetto per attutire “il colpo”. Lutti improvvisi, stress, ansia, paura del presente ma anche del futuro: emozioni e stati psicofisici che non sempre è possibile superare da soli. Comunque questa è l’Italia che piace, l’Italia unita, l’Italia della speranza, l’Italia dei soccorsi, l’Italia dove, almeno per un giorno, non è esistito nessun partito.
Una tragedia improvvisa, imprevedibile. Ed è proprio la parola “imprevedibile” che risuona costantemente e che fa paura, a volte più della parola “terremoto”. È insito nell’essere umano non credere che le tragedie possano toccarlo da vicino. Succede sempre a qualcun altro, succede sempre da qualche altra parte. È difficile accettare invece che succede per caso, succede quando meno te lo aspetti, succede perché deve succedere e succede sempre nei momenti sbagliati. È la natura. È lei la forza che decide in certi casi, ma non solo. Svegliarsi e rendersi conto di non avere una casa. Svegliarsi e non avere accanto la persona che ami, la figlia, la madre, il padre o il fratello. Svegliarsi e capire che dovrai ricominciare da zero, che dovrai ricominciare da un’altra parte e che ciò che hai costruito, fino a quell’esatto momento, improvvisamente non lo hai più. “Imprevedibile”, si è proprio questa la parola che meglio descrive quanto avvenuto. Il messaggio di Mattarella ai funerali è stato quello del “non vi lasceremo soli”. La speranza è proprio quella. La speranza di chi si trova nei luoghi del disastro e di chi non lo è, di chi da casa tramite i media ascolta, osserva e piange. Molto valido l’utilizzo dei social, sia per la condivisione delle notizie in continuo aggiornamento che per i soccorsi che per i messaggi di solidarietà espressi. È possibile affermare che in questi casi assistiamo a quello che possiamo definire “uso cosciente dei social network”. È grazie a questi infatti che moltissimi italiani hanno potuto postare il loro cordoglio; del resto non è una novità che questioni importanti divengano “virali”: ricordate le immagini del profilo colorate dalla bandiera francese? Si scatena la solidarietà. C’è chi ci crede davvero e c’è poi chi lo fa per tendenza. Comunque gli italiani hanno dimostrato unione. Di certo però, non sono mancate le cosiddette “bufale” ad essere virali. A seguito della tragedia, c’è chi ha scritto sui social che il governo, appellandosi ad una legge Monti del 2012, avrebbe imposto ai media di nascondere la vera magnitudo del sisma in modo da non dover pagare per le ristrutturazioni nei luoghi del disastro. Peccato che Renzi abbia già stanziato dei fondi per questo; di certo non sappiamo ancora se l’utilizzo che se ne farà sarà eccelso, ma comunque ha già provveduto. D’altronde, come scritto qualche riga in su, i partiti non sono esistiti solo per un giorno e anche qualsiasi specie di essere umano che fa delle tragedie uno scenario utile per ricavarne fama.
Continuano comunque a registrarsi le scosse e i provvedimenti legali, per cercare i legami tra appalti e corruzione, sono già in corso.
Ciò che comunque ad oggi si può affermare, credo con certezza, è che ovunque succedano, le tragedie uniscono e il dolore anche.