Uomini e donne del Sud di Paolo Brogi

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Da poco abbiamo poi appreso che Messina dovrebbe diventare il cimitero delle navi Nato a fine carriera, con tutto quello che contengono. Non ci mancava che questo per la povera Messina”.

È un viaggio – quello di Paolo Brogi – nel profondo sud, arricchito da uomini e donne, storie e realtà particolari che nessuno racconta. Il tempo del racconto è il presente con le inquietudini e le sue contraddizioni. I capitoli, delineati per luoghi differenti, presentano però una parte d’Italia diversa.
da quella che viene raccontata di solito. Quella che cerca riscatto.
In Calabria, terra di ’ndrangheta, ci sono donne coraggiose, le “sindache” come Maria Carmela Lanzetta di Monasterace, salutata al suo insediamento con minacce e denuncie. Questa donna “minuta e decisa”, così viene descritta nel libro, gira sotto scorta. Ma non è la sola. Le altre sono Elisabetta Tripodi, eletta a Rosarno subito dopo la rivolta dei raccoglitori extracomunitari, e Carolina Girasole, sindaco a Isola Capo Rizzuto.

Nell’inchiesta, la voglia di cambiamento è testimoniata anche dalle donne di Fìmmina Tv, le voci dell’informazione al femminile: “Una televisione di donne che parla di donne. Nata dall’idea, quasi visionaria, di una giornalista, Raffaela Rinaldis. L’emittente sta diventando in brevissimo tempo un punto di riferimento”. Ma c’è anche Riace, e il suo sindaco coraggioso, Mimmo Lucano, che ha saputo tendere una mano agli immigrati: “L’esistenze straniere da aiutare”.

In Sicilia, invece, emergono le ombre di Palermo e dell’ Albergheria, con i resti dei bombardamenti. Luogo di rifugio degli immigrati che attende il risanamento dalla fine dell’Ottocento. Nelle pagine de libro, gridano cambiamento anche i Compro Sud, che cercano di valorizzare il “made in Sicily”. Il fondatore Erasmo Vecchio ce l’ha anche con quei produttori che se ne infischiano dei prodotti locali a portata di mano e preferiscono ricorrere ai prodotti esteri. Sul tema della valorizzazione troviamo anche i Forconi, che si districano tra le contraffazioni delle verdure, come i pomodori di Pechino, e le rivendicazioni politiche. E Napoli? Brilla per il Vesuvio e l’inefficienza della classe politica, che in questi anni non ha impresso nell’agenda politica un piano di protezione civile. Ci ha pensato Luigi De Magistris. E poi c’è chi pensa a una grande Regione, come Rocco Biondi, che attraverso le pagine di una rivista chiamata Brigantaggio, porta avanti questa idea che, secondo lui, porterebbe un’area di rinnovamento allo svilito sud: “Una regione di venti milioni di abitanti farebbe sentire il suo peso”. Questo è solo un microcosmo rappresentativo delle storie presentate nel libro. Uomini e donne del Sud, affronta l’Italia dei vizi e delle virtù con un’opera che affonda le sue radici nella vita reale, nel tessuto sociale di un’Italia che si presenta diversa, come si accennava, da quella che i Mass Media propongono ogni giorno. Un’Italia che lotta contro i problemi che la affliggono, che cerca di non farsene dominare, di affrontarli e di porvi rimedio.
La scrittura dell’autore poi, tipica dell’inchiesta giornalistica, non fornisce soluzioni o pareri, ma pone domande al lettore che voglia intraprendere un percorso nelle vicende del nostro Sud. Le stesse domande che si sono posti gli uomini e le donne intervistati da Brogi e che attendono ancora una risposta.
Intervista allo scrittore: Paolo Brogi, già giornalista per il Corriere della Sera, l’Europeo e Reporter.

Il suo libro presenta storie straordinarie. Qual è la vicenda descritta che l’ha colpita di più?
Quella degli amministratori dei roghi. È una storia inusuale. I cittadini devono mobilitarsi in un terreno così provato dalla camorra senza essere affiancati da nessuno. Le associazioni che ogni giorno si impegnano sono ormai sessanta. Un piccolo esercito che si dedica ai problemi che riguardano la salute.

Come mai queste storie faticano a emergere?
C’è una grave disattenzione al mezzogiorno. Il sud in generale ha una pessima reputazione. Se ci sono delle situazioni virtuose, -come quelle descritte- bisogna uscire da questo tunnel. È un peccato. Io ho descritto queste realtà in un mese e mezzo di sopralluogo. Credo che in sei mesi ne sarebbero emerse tante altre. Ho documentato tutto senza dare pagelle.

Lei attento alle tematiche che riguardano il sud. Crede in una meravigliosa rinascita?
Il Sud può evolversi. Ci sono venti milioni di persone. Credo che però deve cambiare atteggiamento. Non deve dipendere dall’assistenza esterna, ma tornare a considerare la propria dimensione e le proprie ricchezze. L’Italia deve essere solidale.

Cosa ne pensa dei cambiamenti alla Regione siciliana?
Ancora non si capisce niente. Mi ha colpito l’uscita catastrofica di Zichichi sulle centrali nucleari. Ci sono però altre scelte positive come quella di Luca Bianchi e le norme appena varate antiparentopoli.
Claudia Benassai

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