Dopo la lettera-appello dell’Azione Cattolica calabrese indirizzata al Presidente della Repubblica sulla situazione della Regione, la stessa associazione ecclesiale è stata chiamata in un colloquio informale dal Prefetto di Reggio Calabria per incarico dello stesso Napolitano. Dopo le esperienze di amministratori che isolati hanno gettato la spugna e lo scioglimento di interi consigli comunali, la Calabria resta ancora una terra di missione sia per lo Stato ma soprattutto per la Chiesa.
Giovedì 8 novembre l’Ac regionale calabrese è stata ricevuta dal Prefetto di Reggio Calabria, Vittorio Piscitelli. La convocazione è seguita alla lettera-appello che la stessa delegazione ragionale di Ac aveva inviato lo scorso 12 ottobre alla Presidenza della Repubblica. In quella lettera l’Ac calabrese condivideva «la sofferenza che da tempo viviamo come cittadini di questa bella Regione, rispetto alla tenuta sociale e istituzionale dei nostri territori; sofferenza acuita dall’ultimo, drammatico abbandono di un sindaco, quello di Benestare, un piccolo centro della Locride. Oggi Rosario Rocca, come ieri Maria Carmela Lanzetta a Monasterace, Elisabetta Tripodi a Rosarno, Caterina Girasole a Isola Capo Rizzuto e tanti altri: seppure da storie e percorsi differenti, il grido dei sindaci vittime di attentati e intimidazioni della ‘ndrangheta si è unito a un forte allarme sulla stessa capacità delle istituzioni di essere presidio di legalità e di coesione sociale sul territorio. A questa piaga si aggiunge l’ulteriore vergogna dei tanti comuni commissariati per infiltrazioni mafiose, a partire dal comune di Reggio Calabria».
“Eravamo presenti io, Mimmo Zappia e Ornella Occhiuto in rappresentanza della delegazione e del comitato presidenti diocesani. La nostra lettera, ho spiegato al Prefetto, non aveva il senso della critica, ma al contrario di un appello perché la situazione calabrese sia sempre di più all’attenzione della politica nazionale, dato l’esponenziale incremento dei casi di mala amministrazione e di contiguità mafiosa che caratterizzano comuni piccoli e grandi del territorio. In questo senso – sono le parole del delegato regionale della Calabria, Carmine Gelonese a margine dell’incontro – abbiamo voluto sottolineare ancora la nostra vicinanza a tutti gli amministratori che combattono ogni giorno sul fronte dell’impegno politico e amministrativo, pagando spesso un prezzo personale. L’Ac è stata spesso concretamente vicina a queste storie di “buona politica”, come quando lo scorso anno ha voluto che proprio uno di questi amministratori, Maria Carmela Lanzetta, raccontasse la propria esperienza ai responsabili adulti nazionali dell’associazione”.
“Il nostro disagio – continua Gelonese – è acuito dalla difficoltà a sentirci rappresentati dalla politica locale, e spesso a non avere neanche un interlocutore nelle realtà locali. Allo stesso tempo, abbiamo voluto sottolineare la nostra corresponsabilità come cittadini cristiani: come abbiamo scritto nella lettera, “lo Stato siamo noi”, e tutto il nostro impegno formativo, ispirato dallo Statuto e dai documenti nazionali e regionali che abbiamo consegnato, lo attesta quotidianamente nella capillarità territoriale della vita associativa, seppure con i limiti e le stanchezze che talvolta ci caratterizzano. Il Prefetto ha sottolineato come questo sia “un tempo favorevole”: il contrasto alla criminalità e alla corruzione, sempre più indirizzato al versante economico-finanziario e alla c.d. “zona grigia”, sta dando importanti risultati; e proprio in questo momento è necessario che le forze sociali siano vicini al livello istituzionale, e in particolare alla Giustizia e agli organi di governo e di polizia, e diano segnali di partecipazione e impegno che contrastino la sensazione di una società quasi addormentata, anestetizzata, di fronte ai tanti attentati alle persone, all’ambiente, alle istituzioni. Particolarmente coinvolgente è stata la sua accentuazione sulla necessità di un impegno culturale ed educativo. “La cultura salverà la Calabria”, ha sottolineato più volte il Prefetto, richiamando anche la sua recente proposta di Reggio Calabria quale capitale della cultura, non ancora sufficientemente valorizzata, e sempre più importante nel momento in cui proprio la cultura viene incendiata e saccheggiata sul territorio. E ancora, la denuncia delle carenze e dei ritardi in tema di lavoro, trasporti, salute, welfare, deve vedere sempre più in prima linea proprio i cittadini calabresi nella rivendicazione ma soprattutto nella ricerca di proposte e soluzioni per il futuro della propria terra, e in particolare dei propri giovani”.
“Dall’incontro – conclude infine Gelonese – ricaviamo certamente l’invito a una maggiore capacità di proposta e iniziativa con le Prefetture e in generale con gli organi di governo nazionale, nella fedeltà ai nostri principi associativi, ma ancora di più ad evidenziare quell’impegno per il bene comune che, sempre più presente nei nostri programmi e nei cammini formativi, deve essere orientato a suscitare vocazioni alla responsabilità politica e sociale dei nostri ragazzi, dei nostri giovani, dei nostri adulti. È questa, probabilmente, la cifra attuale della scelta religiosa dell’AC: lontani da ogni chiusura nelle mura confortevoli (e non sempre…) delle nostre parrocchie e dei nostri centri diocesani, ma, proprio perché forti di un cammino spirituale e formativo serio e quotidiano, impegnati con gesti e segni alla costruzione di cristiani autenticamente protagonisti, non in modo isolato, delle nostre città”.
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